Affidare il trasporto pubblico ai privati per renderlo efficiente e redditizio: il caso Cremona

ArrivaQualche anno fa sarebbe stata una novità da prima pagina. Ma questa settimana molti giornali hanno addirittura ignorato la notizia che Cremona – prima città d’Italia – ha ceduto a un’impresa straniera il trasporto locale. Si tratta della multinazionale Arriva, azienda britannica controllata dalle ferrovie tedesche, ma privata a tutti gli effetti.

Cremona è il segnale di come il trasporto pubblico stia rapidamente cambiando passo. Ed è la prova che il trasporto urbano non deve essere necessariamente inefficiente e in perdita, ma può diventare fonte di guadagno. Non certo a Roma, dove il carrozzone clientelare dell’Atac, con 12mila dipendenti, ha accumulato debiti per 1,7 miliardi di euro e un terzo dei passeggeri viaggia senza biglietto.

Dice Leopoldo Montinari, amministratore delegato di Arriva in Italia: “Noi facciamo utili ovunque operiamo. Quello del trasporto locale è un settore che produce reddito all’estero come in Italia, purché ci sia il mercato”. Ma in Italia del mercato se ne sono fregate per decenni centinaia di aziende pubbliche gestite con logiche politiche e clientelari. A Cremona, dove l’azienda straniera gestiva già una parte degli autobus cittadini, la soddisfazione degli utenti è dimostrata da sondaggi periodici. Più che ovvia la protesta dei sindacati, che ritengono che si tratti di un settore strategico che debba rimanere in mano pubblica. Gli stessi sindacati, d’altra parte, in molte città sono presenti nei lottizzati consigli di amministrazione delle aziende di trasporto.

Ora la musica sta cambiando anche grazie alla nuova legge sulle partecipate, che prevede più concorrenza nei servizi pubblici locali a partire dal trasporto pubblico e dalla gestione dei rifiuti. Molti comuni vogliono cedere la gestione diretta dei trasporti, affidandola ad aziende private. A Como, Udine, Bergamo, Torino, Brescia, Scandicci e molte altre città una parte del trasporto pubblico è già stata affidata ad aziende private. Cremona è stata la prima a cedere la totalità dei propri mezzi agli stranieri.

A Modena, Firenze e Palestrina è sbarcato il gruppo francese Ratp, società che lavora in 14 paesi gestendo sistemi diversi: dalla metropolitana di Manila alla rete di autobus urbani a Londra. Solo due mesi fa la regione Toscana ha ceduto a questa azienda tutti i trasporti locali comprese le ferrovie. Busitalia, società italiana delle Ferrovie dello stato, ha presentato il solito ricorso al Tar. Autobus e treni locali costano ai contribuenti 14 milioni di euro al costo e specialmente al sud la loro gestione è fallimentare. Così le Ferrovie del sudest, con 1.300 dipendenti, hanno da gestire 1.400 cause di lavoro e i dirigenti incassano fino a 220mila euro annui, i debiti ammontano a 311 milioni di euro e il disavanzo contabile è di 170 milioni. Delle 320 corriere di linea, una cinquantina sono inutilizzabili.

Si tratta di storie stranote, come quella della linea ferroviaria Roma-Lido di Ostia, dove i passeggeri hanno dovuto abituarsi a un’infinità di partenze annullate, rotture di convogli e disagi quotidiani. Ebbene: proprio a quella linea disastrata si sta interessando ora la filiale italiana di Ratp, guidata da una coppia superesperta come Bruno Lombardi e Filippo Allegra. Dopo aver risanato la società dei trasporti di Modena e strappato alle ferrovie l’intero servizio di trasporto pubblico della Toscana, ora stanno aspettando la gara della regione Lazio per la linea Roma-Lido, definita da Legambiente “una delle peggiori ferrovie d’Italia”. E la stessa associazione ambientalista consiglia di affidarla a Ratp. Per provare che il trasporto pubblico, se gestito in modo efficiente, può anche essere redditizio (fonte: “Internazionale”).

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