Negli ultimi anni i media tradizionali hanno abbinato all’Italia statistiche e record non propriamente positivi. Questo disfattismo cronico non aiuta il Paese nella ripresa, che seppur non immediata, inizia ad apparire concretamente possibile. Queste affermazioni non sono il frutto di inesauribile ottimismo, ma di alcuni dati che Coldiretti ha pubblicato nelle scorse settimane.
Il Made in Italy di qualità nel settore food vola nei paesi extra Ue. Le esportazioni di cibi e bevande italiani aumentano infatti di ben il 12 per cento fuori dall’Unione Europea, con un fatturato globale pari ad oltre il 30 per cento di quello relativo all’export. Tra i prodotti più venduti abbiamo vino, salumi, frutta, pesto. L’ex Europa dell’Est appare tra i principali clienti dei nostri prodotti, così come gli USA ed i Paesi asiatici.
Notizie positive arrivano anche dalla produzione di biologico in Italia. Dopo l’aumento certificato del 3% nel 2012 con il conseguente ampliamento anche delle superfici a coltura dedicata, i primi mesi del 2013 hanno visto crescere la spesa delle famiglie italiane di quasi il 10% nei confronti di questo settore. Il dato è rilevante e dimostra ancora una volta come in periodi di crisi si registri un’attenzione particolare verso i prodotti di qualità, a dispetto del prezzo. L’agricoltura italiana vive un momento evidentemente positivo. La riprova arriva dalla leadership nel settore della produzione vinicola in cui il nostro Paese supera la Francia, rivale storica di settore e dall’interesse della Cina per il comparto cerialicolo italiano, ritenuto dai Paesi Asiatici di assoluta qualità.
La produzione alimentare non va osservata in maniera asettica quanto piuttosto in un’ottica globale che comprende anche un segmento strategico come la sicurezza alimentare. Per ogni lettore sarà molto interessante apprendere dunque come l’Italia sia il primo paese in Europa per numero di controlli sanitari sulla filiera agroalimentare, con una crescente attenzione per prodotti low cost provenienti da paesi extraeuropei.
In definitiva l’agricoltura italiana si propone quale settore leader per la ripresa nazionale dei consumi ed internazionale dell’export. Un settore troppo spesso snobbato nel nostro Paese a favore di una tradizione industriale in cui non sembriamo avere le stesse credenziali vantante nel comparto agricoltura. Ulteriori sviluppi sono connessi al credito , vero tallone di Achille dell’agricoltura. Se l’Italia saprà ovviare a questo bug, gli ultimi mesi del 2013 ed i primi del 2014 si annunciano di estremo interesse. Ripartire dalla qualità e dalla terra è un gran bel ripartire.
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