Le vie del marketing, la scienza esatta del tempo presente, la sola capace di tradurre tutto in guadagno come il tocco magico di Mida, sono davvero infinite. Si può fare marketing con tutto, anche in versione casalinga, usando allo scopo i social media che sono davvero alla portata di tutti.
Si fa marketing con la vacanza a cinque stelle e la gitarella fuoriporta, con la corsa campestre e la maratona di beneficenza, con la cena stellata e la pizza in trattoria. Basta saper comunicare e aver ben chiaro il proprio pubblico di riferimento. Quando poi si arriva alle alte sfere, tutto vortica e scintilla. La moda ad esempio con il marketing ci flirta parecchio ultimamente, utilizzando allo scopo ogni mezzo.
L’arte, in primis: il dialogo tra le due discipline non è mai stato così stretto e così intenso, e nemmeno così lucroso. È un interesse così dichiarato e lampante che c’è già il neologismo fresco fresco di conio per catturarlo: Arketing, ovvero arte & marketing. L’arketing modaiolo è tentacolare, e può prendere mille forme, tutte volte a nobilitare l’aura di un marchio o di un prodotto per via di evidenti legami artistici.
La più alta e nobile forma di arketing è la sponsorizzazione di mostre o l’apertura di fondazioni dedicate alla causa. Quel che Prada e Trussardi hanno fatto è stato davvero pionieristico, e ha contribuito in modo significativi a mettere Milano al centro della mappa culturale internazionale. In cambio, entrambe le maison sono state avvolte dalla polvere di stelle della superiorità culturale.
Più smaccato e diretto è invece un diverso tipo di arketing, espresso nelle collaborazioni artistiche che si traducono in linee di prodotti. Sta riscuotendo grande successo, ad esempio, la collaborazione tra Louis Vuitton e Jeff Koons su una linea alquanto kitsch di borse ispirate a capolavori dell’arte – dalla Gioconda di Leonardo al campo di grano di Van Gogh – non troppo diverse da quelle in vendita nelle bancarelle dei musei, ma griffate. In fine, c’é una forma particolarmente sottile ed efficace di arketing: quella di Gucci, che sfilando alla galleria palatina di Palazzo Pitti si è irrorato di Rinascimento uscendo vincitore senza troppa biecaggine.
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