Artigianato: la cultura del fare diventa una opportunità per i giovani

L’Italia è dotata di una grande risorsa, storicamente sottovalutata: l’artigianato. Facciamo riferimento alla cultura dell’artigianato e dunque ad un qualcosa che va ben oltre gli aspetti economici legati al contributo del comparto al PIL nazionale.

Sin dall’Impero Romano l’artigianato ha rappresentato una forma d’arte. La capacità dell’uomo di dare vita alla materia, attraverso una manualità che si trasmetteva da padre in figlio per secoli. Non va considerata dunque una casualità la diffusione anche in ambito ecclesiastico: nei conventi e nei monasteri i frati creavano manufatti ispirati dalla propria vocazione.

Con l’evolversi della storia passiamo al periodo d’oro di Re Luigi in Francia con alcuni dei monili più significativi della storia, sempre lontani da un concetto materiale e sempre più vicini ad un ideale di arte aulica e raffinata. Nel nostro Paese , tra i più importanti al mondo nel settore per storia, capacità e conoscenza dei nostri artisti , sembra possibile individuare nel dopoguerra ed in particolare nel boom economico l’inizio di una crisi senza precedenti per i maestri artigiani. L’Italia vive il grande sogno della potenza industriale. Si investe senza indugi anche in termine di programmazione nazionale sulla meccanica, sul navale e ferroviario. Si dimentica la piccola grande risorsa frutto della nostra storia.

Eppure all’estero i manufatti fiorentini, i presepi napoletani, l’artigianato figlio di Roma e dei suoi maestri , non hanno mai vissuto default, al punto tale che la moda ha assunto i crismi dell’artigianato più puro e pieno, con modelli unici, assolutamente ispirati a quell’istinto culturale che rappresenta le fondamenta del Made in Italy. No al mass market, no alle produzioni in serie, massima attenzione alla qualità del prodotto e approccio con quest’ultimo di tipo culturale e non meramente commerciale.
In un recente volume “Futuro Artigiano” scritto con grande lungimiranza e sagacia da Stefano Micelli, Docente presso la Ca Foscari ed edito da Marsilio editore, l’autore sottolinea come “il filo rosso che attraversa il Made in Italy di successo è ancora oggi il lavoro artigiano, un tratto della nostra cultura cui spesso non diamo il giusto valore. La riscoperta del lavoro artigiano, non solo in Italia, supera i confini dell’economia. Ci costringe a riflettere su cosa dobbiamo intendere oggi per creatività e meritocrazia e sulle opportunità di crescita che si offrono alle nuove generazioni del nostro Paese“.

La cultura artigiana può sostenere non soltanto (in parte) la ripresa del PIL nazionale, ma offrire ai giovani la possibilità di riprendere confidenza con quella manualità, con la capacità del “fare” ai più oggi sconosciuta. Quale futuro ha un Paese in cui il numero di consulenti è superiore al numero delle imprese, se non quello di instradare le nuove generazioni verso la cultura del fare? Non è forse il web e la manualità e creatività richiesta ai giovani webdesign l’artigianato del futuro?

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