Dall’Australia un nuovo test per individuare il cancro in pochissimi minuti

Riconoscere più facilmente e velocemente le cellule tumorali dalle cellule sane, mediante un semplice esame del sangue o una biopsia tessutale. E’ quanto permetterebbe di fare un nuovo test messo a punto dai ricercatori dell’Università australiana del Queensland che sarebbero riusciti a isolare una nanostruttura di DNA unica comune a tutti i differenti tipi di tumore.

Un’importante scoperta che, non solo potrebbe portare a un approccio del tutto nuovo alla diagnosi di laboratorio, ma che potrebbe velocizzarla e semplificarla ulteriormente, rendendola ancora meno invasiva per il paziente e meno dispendiosa per il sistema sanitario.

Il test, sviluppato dal Dr Abu Sina, dalla dott.ssa Laura Carrascosa e dal professor Matt Trau, mira infatti a rilevare delle particolari alterazioni di alcuni gruppi metilici che decorano abitualmente il DNA delle cellule tumorali.
Attraverso una procedura della durata di pochissimi minuti, le nanostrutture 3D del DNA del cancro vengono difatti evidenziate, per mezzo del legame a specifiche nanoparticelle d’oro in grado di cambiare colore.

“Questa esclusiva firma del DNA su scala nanometrica è apparsa in tutti i tipi di tumore al seno che abbiamo esaminato e in altre forme di cancro tra cui la prostata, il colon-retto e il linfoma”, ha affermato il professor Trau. “Nelle cellule sane, invece, questi gruppi metilici si diffondono attraverso il genoma, ma i genomi delle cellule tumorali sono essenzialmente sterili tranne che per gruppi intensi di gruppi metilici in posizioni molto specifiche”.

Sempre il professor Trau, inoltre, ha anche specificato che il team ha potuto rilevare come gruppi metilici posti all’interno di una soluzione hanno generato la formazione di frammenti di DNA malato in speciali nanostrutture tridimensionali uniche, facilmente separabili.

“Ciò ha portato alla creazione di dispositivi di rilevamento portatili e poco costosi che potrebbero essere utilizzati come strumenti diagnostici, possibilmente inseriti anche all’interno di un telefono cellulare”, ha poi continuato il prof. Trau. “Certamente non sappiamo ancora se possa essere considerato il ‘Santo Graal’ per tutti i test diagnostici del cancro, ma sembra davvero promettente sia come marker universale incredibilmente semplice, sia come tecnologia accessibile e poco costosa che non richiede complicate apparecchiature di laboratorio, come ad esempio il sequenziamento del DNA“.

La nuova tecnologia messa a punto dagli studiosi australiani si è dimostrata accurata fino al 90% nei vari test che hanno coinvolto 200 campioni di cancro umano e DNA normale.
I ricercatori stanno ora collaborando con UniQuest, la società di commercializzazione di UQ, per cercare di sviluppare ulteriormente questa nuova tecnologia e per affidarne la licenza a un eventuale partner commerciale.

Roberto Bonin
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Giornalista professionista, consulente editoriale e divulgatore scientifico. Ha iniziato la carriera professionale in radio per poi approdare alla carta stampata, al web e alla televisione: collabora attivamente con testate generaliste e specializzate nei settori ICT e scientifico, sia cartacee che multimediali, affiancando alla professione giornalistica un’intensa attività associazionistica nei settori scienza, comunicazione, cultura e sociale. Ha ideato e scritto programmi sia per la radio che per la televisione. Nel 2017 è stato insignito del Premio UNAMSI per il Giornalismo Medico-Scientifico.

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