Ancora grattacapi per i motori diesel. Dopo lo scandalo del dieselgate, che scosse pericolosamente l’industria automotive mondiale, secondo alcune indiscrezioni provenienti dalla Germania, nel 2014 la Eugt (Società di Ricerca europea per l’Ambiente e la Salute nei Trasporti) avrebbe eseguito su alcune scimmie ed esseri umani dei test sui gas di scarico finanziati da Volkswagen, Bmw e Daimler.
Dieci scimmie e ben venticinque tra uomini e donne sarebbero stati usati come cavie per studiare gli impatti sulla salute del luogo di lavoro, almeno secondo la versione fornita dai tre colossi dell’auto per giustificare quest’estrema tipologia di test sui motori diesel.
In che modo sono stati eseguiti i test?
Il programma di ricerca Eugt avrebbe tranquillizzato con la proiezione di cartoni animati dieci scimmie all’interno di una sorta di vetrina, facendole inalare, poi, diossido di azoto per 4 ore. Medesima sorte per alcuni esseri umani che avrebbero dovuto sottoporsi a questa “macabra” prassi per tre ore al giorno nell’arco di ben quattro settimane consecutive. Lo scenario di questi test “speciali” sarebbe stata una clinica dell’Università di Aachen, che si è difesa sostenendo come i test fossero stati approvati da un comitato etico indipendente. I test avrebbero dovuto dimostrare come i gas di scarico dei motori diesel di un Maggiolino sarebbero stati più puliti di quelli di un vecchio pickup Ford, ma, secondo quanto scritto dalla testata tedesca Bild, i risultati non sono stati ben lontani da quelli sperati.
L’impatto sull’opinione pubblica
I test commissionati da Volkswagen, BMW e Daimler hanno indignato moltissimo l’opinione pubblica e le forze politiche tedesche, anche la cancelliera tedesca Angela Merkel è intervenuta sullo scottante argomento invitando le aziende coinvolte a fare al più presto chiarezza sulla vicenda. Volkswagen ha reagito prontamente alle accuse. Il presidente del Consiglio di sorveglianza, Hans Dieter Poetsch, ha condannato fermamente gli esperimenti prendendone le distanze e garantendo un’indagine approfondita per stanare tutti i colpevoli. Daimler è già arrivata, invece, alla prima “condanna”, la sospensione di un collaboratore e membro del board della società di ricerca Eugt. Stessa sorte per un dipendente BMW che all’epoca dei fatti faceva parte proprio della società di ricerca, rea di aver svolto i test sulle cavie.
Fiducia sulle motorizzazioni diesel
Nonostante lo scalpore suscitato da questi test “estremi”, Daimler rimane fiduciosa sulle motorizzazioni diesel e continuerà ”a sviluppare motori che permetteranno di abbassare i valori di CO2 nell’ambiente”, come ribadito fermamente dal CEO del gruppo di Stoccarda, Zetsche, che ha aggiunto come ”questa motorizzazione possa eseere un aiuto alla riduzione delle emissioni”. L’obbiettivo di Daimler è quello di recuperare il giudizio comune sui motori diesel e la miglior strada da percorrere sembrerebbe quella di sostituire i vecchi motori diesel con dei modelli più efficienti, anche se all’ombra del nuovo scandalo il percorso sembra già essere impervio e pieno di ostacoli.
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