Studi recenti hanno dimostrato che una visita dal dentista può far sorgere il sospetto di soffrire di celiachia, malattia autoimmune che si sviluppa quando l’organismo non assimila correttamente il glutine contenuto in numerosi alimenti.
Questa malattia è in grado di mutare la sua sintomatologia e presentare aspetti differenti capaci di sviare i medici da una corretta diagnosi.
Escludendo i casi più frequenti, in cui la celiachia si manifesta con sintomi tipici gastrointestinali quali diarrea, perdita di peso, dolori addominali, in diversi casi la malattia è quasi asintomatica o presenta delle manifestazioni prettamente extra-intestinali.
La diagnosi precoce, fondamentale per evitare l’instaurarsi di malattie associate e danni irreversibili a medio e lungo termine, richiede spesso un approccio multi-disciplinare in cui diverse specialità mediche contribuiscono alla diagnosi e alla terapia della malattia.
Il prof. Massimo Amato, docente di Odontoiatria presso l’Università degli Studi di Salerno, afferma che esistono numerosi dati presenti nella letteratura scientifica internazionale che dimostrano come un accurato esame del cavo orale condotto da un odontoiatria esperto possa portare alla scoperta di alterazioni orali che, anche in assenza di altri segni e sintomi, possono far già ipotizzare la presenza dell’intolleranza al glutine.
Questo, in termini di prevenzione, si rivela ancora più importante quando il sospetto di malattia celiaca si riferisce ai bambini.
Ma quali sono i sintomi del cavo orale che più frequentemente si associano alla malattia celiaca?
Stomatite aftosa ricorrente, ipoplasie dello smalto, carie sono quelli più frequenti. Più raramente sono stati evidenziati la glossite atrofica, Lichen Planus orale e la Sindrome di Sjogren.
Soprattutto la stomatite aftosa ricorrente, che ricopre i tessuti molli della bocca (lingua, guance e pavimento della bocca) di dolorose ulcere che, in genere, guariscono spontaneamente in 7/10 giorni, è stata associata in maniera puntuale a successive diagnosi di celiachia. Insieme a questa, le ipoplasie dello smalto, ossia la demineralizzazione di piccole aree del dente, che lo rendono più esposto all’attacco della carie, sono state riscontrate nei celiaci.
Oltre all’evidenza proveniente dalla letteratura scientifica, è stato recentemente condotto a Salerno, uno studio su 50 pazienti celiaci che ha dimostrato la presenza di ulteriori correlazioni tra malattia celiaca e patologia orale. Il dott. Mario Caggiano, odontoiatra e dottorando di ricerca dell’Università di Salerno afferma che nel gruppo di pazienti celiaci, da egli stesso esaminati, sono state riscontrate usure dello smalto dentario, bruxismo notturno e dolori all’articolazione temporo-mandibolare in percentuali nettamente maggiori rispetto alle persone sane. Queste alterazioni sembrano essere correlate allo stress dovuto alla presenza di una sintomatologia dolorosa cronica alla quale è sottoposto il paziente, probabilmente celiaco, che ancora non ha ricevuto una corretta diagnosi.
La prof. Carolina Ciacci, titolare della Cattedra di Gastroenterologia presso la medesima Università, sottolinea che i risultati ottenuti da questo studio sono molto incoraggianti. Obiettivo del suo Team di ricerca è quello di arrivare a proporre la diagnosi istologica della malattia celiaca attraverso una biopsia del cavo orale in alternativa a quella intestinale, attualmente utilizzata, con notevoli vantaggi dal punto di vista clinico sia in termini di mini-invasività della procedura che di accettazione da parte del paziente.
La formazione e l’aggiornamento degli odontoiatri assume, di conseguenza, una grande importanza per dare il giusto suggerimento ad un paziente ad eseguire ulteriori indagini diagnostiche.
Molto interessante.