How Video is Changing the World? Una domanda che tutti ci stiamo ponendo, tanto più dopo l’emergenza da Covid-19 che ha messo lo streaming al centro delle nostre vite: da lì passa in prevalenza l’esperienza social, come pure lo smart working e la formazione online.
“How Video is Changing the World” è il titolo di un interessante report realizzato da Limelight Networks, società quotata al Nasdaq, costruito sulle risposte di 5.000 consumatori di età pari o superiore ai 18 anni in Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Scandinavia, Singapore, Corea del Sud, Regno Unito e Stati Uniti, che guardano un’ora, o più, di video online ogni giorno.
“La pandemia ha ampliato i confini dell’online video. Applicazioni per la collaborazione a distanza, l’e-learning e la telemedicina sono ampiamente disponibili da tempo ormai, ma oggi sono essenziali per continuare a vivere anche in quarantena”, ha dichiarato Mike Milligan, senior director of product and solution marketing di Limelight Networks. “Durante la pandemia, molte persone si sono rivolte ai video online per connettersi con gli altri e mantenere le proprie attività quotidiane, ma ciò non si esaurirà una volta terminata la quarantena. La nostra ricerca sottolinea come l’online video rimarrà una parte importante della nostra vita anche nella nuova normalità”.
Dallo studio emerge che, a livello globale, gli utenti guardano in media oltre quattro ore di video online ogni giorno. L’Italia non fa eccezione con una media di 3 ore e 40 minuti. I video online riempiono il vuoto lasciato dalle limitate interazioni sociali dal vivo. A livello globale, nove persone su dieci (89%; 85% in Italia) usano le video chat per sentirsi più connessi, rispetto al 61% (60% in Italia) prima del COVID-19.
I consumatori utilizzano i video online anche per accedere a informazioni cruciali. La gran parte delle persone (70%; 69% in Italia) ha utilizzato i video online per rimanere informata, guardando i discorsi in diretta e le conferenze stampa durante la pandemia: il 44% (45% in Italia) in diretta sui siti di notizie, il 26% (24% in Italia) in diretta sui social media. Perfino i baby boomer (63%) si sintonizzano su notizie e informazioni online in diretta streaming.
Anche il lavoro da remoto e lo sviluppo professionale si basano sui video online. Poiché la pandemia ha costretto i consumatori a lavorare in smart working, il 79% (78% in Italia) delle persone concorda sul fatto che i video online contribuiscono allo svolgimento delle proprie attività quotidiane. Un terzo dei consumatori globali (33%; 34% in Italia) lavora per la prima volta da casa e afferma che i video online li abbiano aiutati a rimanere in contatto con i colleghi (24%; 23% in Italia) e a lavorare più efficientemente (36%; 43% in Italia). Più della metà (58%; 63% in Italia) ha utilizzato o prevede di utilizzare i video online per il proprio sviluppo professionale o per acquisire una nuova competenza. La maggior parte (83%; 82% in Italia) delle persone crede che l’apprendimento basato sui video continuerà anche nel mondo post-Covid.
La pandemia ha innescato un rapido aumento della telemedicina in tutto il mondo. Più di un quinto (22%; 20% in Italia) delle persone ha recentemente incontrato virtualmente il proprio medico. Ci si aspetta che questa tendenza duri anche dopo la pandemia, con un altro quarto (27%; 31% in Italia) degli intervistati a livello globale che prevede di partecipare ad appuntamenti medici online nei prossimi sei mesi. L’uso della telemedicina è più elevato in India, dove l’81% dei consumatori ha incontrato o ha in programma di incontrare virtualmente il proprio medico.
Perfino lo sport passa dallo streaming. Con i tradizionali campionati sportivi sospesi, quasi un terzo dei consumatori a livello mondiale e a livello italiano (31%) ha avuto la sua prima esperienza di e-Sport durante la pandemia. Con la cancellazione di molti altri eventi live, quasi la metà dei consumatori globali (44%; 39% in Italia) ha partecipato al suo primo concerto virtuale. E anche l’esercizio fisico sta diventando virtuale, dato che le strutture sportive hanno ancora accessi limitati. Infatti, a livello globale il 31% (23% in Italia) degli intervistati ha già partecipato a un corso di fitness online e un altro 24% (28% in Italia) ha in programma di farlo nel corso dei prossimi sei mesi.