Il raffreddamento dei tassi di crescita annuali (nel 2015 è previsto un +7,1%, peggior risultato degli ultimi 24 anni) sta inducendo la Cina ad una cauta apertura del mercato interno. La revisione annunciata in novembre da Pechino dei settori sottoposti a misure protezionistiche (tra questi anche la costruzione di yacht) mira a rilanciare da una parte gli investimenti esteri dall’altra all’incremento dei consumi domestici.
Un’importante sterzata che guarda anche allo sviluppo delle attività turistiche, in ragione di una gigantesca classe media sempre più propensa a spendere in viaggi; un’opportunità, anche per il settore crocieristico, che nella gara aperta alla conquista di un mercato dalle smisurate potenzialità vede la presenza italiana tra le più attive.
È il caso, ad esempio, di Fincantieri che ha recentemente messo a segno un colpo che potrebbe risultare di portata storica. Il Gruppo cantieristico italiano ha infatti firmato due memorandum d’intesa, rispettivamente con Carnival Corporation e con China CSSC Holdings Limited, controllata di CSSC (China State Ship building Corporation), il maggiore conglomerato di settore. L’obiettivo è quello di esplorare la possibilità di una joint venture nelle costruzioni navali nel settore cruise: in pratica, una collaborazione trilaterale senza precedenti per la realizzazione delle prime navi da crociera mai costruite nel Paese. Nel concreto, Fincantieri collaborerà con CSSC fornendo servizi specialistici e componentistica; Carnival, invece, contribuirà a creare una vision, la definizione e le specifiche per le navi che saranno realizzate in Asia.
A supporto dell’operazione una serie di numeri che, come sempre avviene quando si parla di Pechino, assumono valori notevoli. L’incremento del potere d’acquisto e della domanda interna, stando alle previsioni del Ministero Cinese dei Trasporti, potrebbe portare il numero di passeggeri entro il 2020 a 4,5 milioni, facendo del “Celeste Impero” il primo mercato in assoluto a livello mondiale. Stime che per le rotte asiatiche nel loro complesso trovano ulteriore conferma in uno studio sulle prospettive del 2015 affidato da CLIA Southwest Asia e CLIA North Asia (i due nuovi organismi costituiti dall’associazione crocieristica internazionale Cruise Lines International Association) alla società di consulenza Chart Management Consultants.
“Il prossimo anno – spiega Ann Sherry,presidente di CLIA Southwest Asia– vedremo 26 marchi crocieristici operare 52 navi in Asia, nove delle quali per tutto l’anno. Nel 2013 sono state realizzate 802 crociere Asia-Asia e nel 2015 ne vedremo 981. Ma ancorapiù impressionante è l’aumento della capacità determinata dal numero crescente di navi più grandi e più modernemesse in servizio. Lo scorso anno,nel 2013, la capacità delle crociere Asia-Asia era di 1,4 milioni di ospitimentre il prossimo anno ci sarà spazioper 2,05 milioni, con una crescita annua del 19,5%. Oltre a tutto ciò,altri 115.360 ospiti potrebbero transitare in Asia nell’ambito di viaggi più lunghi, con un incremento annuo del 25% rispetto alla capacità di 73.616 ospiti del 2013”.
In un mercato come quello cinese,orientato per ora solo alle rotte internazionali e soggetto ad una serie di limitazioni (la navigazione domestica può essere coperta solo da compagnie nazionali; l’acquisto di una nave in un cantiere occidentale è soggetto a una sovrattassa del 30%; impossibilità ad operare con unità di seconda mano con più di 10 anni) il numero di turisti è in crescita esponenziale: 570 mila passeggeri nel 2013; 700 mila nel 2014; circa un milione previsti nel 2015.
“Abbiamo lavorato approfonditamente per comprendere le ambizioni cinesi nel comparto crocieristico– sottolinea Arnold Donald, Amministratore delegato di Carnival Corporation– e oggi collaboriamo con due dei maggiori costruttori al mondo,Fincantieri e CSSC, per creare una realtà di primo piano che acceleri negli anni a venire la crescita e la domanda nelle crociere in Cina”.
Ma l’interesse per la Cina mette in moto anche altri protagonisti del settore. Royal Caribbean Cruise ha creato, in joint venture con il gruppo Ctrip.com International,SkySea Cruises, società crocieristica (i due partner deterranno il 35% del capitale, con il restante 30% in mano al management dell’azienda e a un fondo private equity) che impiegherà entro il 2015 una propria unità. “Lavoreremocon Ctrip – afferma il presidentee CEO di Royal Caribbean Cruises, Richard Fain – per istituire una compagnia crocieristica nazionaleper la Cina. SkySeaCruises rappresentauna pietra miliare strategica importantenel nostro sforzo di espansionenel mercato cinese”. Impegno chevede in prima linea anche Costa Crociera,compagnia attiva nel Paese a partiredal 2006 con l’unità Costa Victoria, cui sonostate aggiunte negli ultimi anni CostaAtlantica e SapphirePrincess (gruppoCarnival) e, a breve, anche Costa Serena.
Un fermento che trova giustificazion eanche nei piani di potenziamento infrastrutturale destinati da Pechino al settore. Il Ministero dei Trasporti ha individuato 4 hub: Tianjin (per lerotte verso Giappone, Corea e Siberia orientale), Shanghai (Giappone,Corea, Hong Kong, Taiwan e Macau),X iamen e Sanya (Sud est asiatico eTaiwan. Inoltre, Qingdao e Dalian (costa settentrionale), Zhoushan (costa orientale) e Shenzhen (costa meridionale)stanno realizzando nuovi porti mentre sette altre città (QinhuangIsland, Yantai, Ningbo, Wenzhou,Guangzhou, Beihai and Haikou) hanno pianificato la realizzazione di nuovi scali con la realizzazione delNansha International Cruise Home Port a Guangzhou (700 mila passeggeri)previsto per la fine di quest’ann oe la piena operatività per Qingdao nel 2015.
Proprio qui il gruppo terminalista DPWorld di Dubai ha siglato un accordo di cooperazione che prevede, tra l’altro,la promozione dei traffici turistici con Port Rashid, primo approdo del Medio Oriente, con terminal in grado di accogliere contemporaneamente cinque unità. L’intesa prevede cooperazione strategica e scambio di informazioni e cercherà di mettere a frutto la semplificazione al rilascio dei visti per turisti introdotta dal governo degli Emirati Arabi Uniti che consentirà anche ad un maggior numero di turisti cinesi di giungere a Dubai.
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