Le aziende non possono essere lontane dalla cultura. La conoscenza è ovunque. Quando le aziende incontrano la filiera della cultura, cui geneticamente dovrebbero appartenere, è tutto il sistema che ne beneficia. In questo momento così complesso, c’è ancora tanta voglia di fare, tanta gente che, tra mille difficoltà, vede ancora “lungo”, stringe i denti, taglia di qua e di là pur di resistere, intraprende nuove strade ed è pronta a resettare il vecchio modo di pensare, un atteggiamento fondamentale per la ripresa.
L’arte può rappresentare un vero e proprio sistema di vita. Siamo così delicatamente ma categoricamente invitati a prendere coscienza che la misura è colma, ed è necessario un cambio di paradigma per salvare l’umanità dall’orrore e dagli orrori che la sconvolgono senza sosta e che la comunicazione in tempo reale ci scarica facendoci sentire così impotenti. Ma appunto qui sta il cambio di paradigma.
Un ruolo decisivo è affidato alle giovani generazioni. L’ avvento dell’ informatica ha invertito l’ordine gerarchico e la generazione dei figli è diventata improvvisamente ‘riferimento di saperi’, imbarazzante per certi versi, ma inevitabile ormai. E chi può trasferire la “cultura della cultura” se non gli imprenditori di prima generazione? E chi meglio dei figli può essere il termine finale di questo abbinamento impresa-cultura che è la chiave di volta di qualsiasi futuro per i nostri figli e nipoti?
Nella kermesse DNA Italia, si afferma come la vera ricchezza del nostro Paese sia il suo inestimabile patrimonio culturale e paesaggistico che può divenire, se inteso come sistema da valorizzare, la più grande risorsa economica e sociale italiana. Non è dunque un caso se la terza edizione di DNA Italia chiude con il grande successo di una rassegna b2b che coinvolge trasversalmente gli operatori culturali, mettendo in contatto tutta la filiera del sistema.
Impresa è cultura, cultura è impresa. La storia ci ha affidato la grande responsabilità di continuare il percorso intrapreso dai nostri avi. Si alle nuove tecnologie, al turismo al commercio ed alle energie alternativa, ma sempre in linea con la cultura. Dobbiamo fare nostro l’insegnamento di Adriano Olivetti, che ha fatto del binomio cultura-impresa la sua stella polare.
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