Dieci idee sul terrorismo islamico che ne dimostrano la debolezza

Gli isterismi di questi giorni a proposito dell’Islam non hanno alcuna ragione di essere. L’Islam non sta vincendo e non sovvertirà il mondo occidentale. Si deve affidare a cani sciolti per diffondere paura, può solo perdere.

Cerchiamo di analizzare i punti di debolezza dell’Islam in questa fase storica:

1- Sono anni che gli stati islamici stanno cercando di distruggere Israele, in fondo un piccolo Stato, e non ci riescono. Anzi, semmai è Israele che potrebbe distruggere alcuni di loro. E nel giro di qualche pomeriggio.

2- Gli Stati islamici ricchi, più che a fare guerre, hanno delegato la partita a dei poveri disgraziati, mercenari di fatto (Isis), mentre loro, pur avendo eserciti, aviazione  flotte navali pensano soprattutto a investire i petrodollari (finché ce ne sono ancora). E non sempre si dimostrano bravi e attenti nell’allocazione delle risorse.

3- Il petrolio è sempre meno strategico e quindi su gran parte mondo islamico, che oggi si regge proprio sui petrodollari, incombe una sorta di medioevo eterno. Destino al quale non potranno sfuggire.

4- L’Isis è una falsa forza. Non ha niente. Niente aerei, niente navi, niente missili a media gittata, camioncini Toyota invece di carri armati. Non può invadere niente, nemmeno la Tanzania.

5- Di sicuro non sbarcherà mai in Europa (a nuoto?, sui gommoni, tre alla volta?). Opzione tatticamente improbabile.

6- L’Isis, e il terrorismo islamico sono deboli. Un po’ per definizione (il terrorismo è sempre una scelta debole di chi è debole sul campo). Ma in questo caso sono proprio allo stremo. Da anni l’Isis non riesce più a gestire un attentato “organizzato” in Occidente, la stagione delle Twin Towers è lontanissima. Non ci sono i soldi o non riescono a evitare i controlli, a evadere le barriere bancarie, e farli arrivare in Europa o in America.

7- Quindi devono ricorrere a armi semplici: in genere camion e auto lanciati sulla folla o coltelli con cui aggredire passanti scelti a caso e urlando “Allah Akbar”. Assenti esplosivi e armi automatiche, che presuppongono comunque depositi, dei denari, un’organizzazione, dei capi e un coordinamento logistico di un certo livello.

8- Siamo alla fase dei cani sciolti, che tentano operazioni disperate per conquistare il paradiso islamico (e le mitiche 77 vergini) o, più concretamente, per farsi arruolare dall’Isis e ricevere un regolare stipendio.

9- Dietro questi disgraziati non c’è l’islam, come dietro alla BR non c’erano il proletariato o il popolo. Non c’era nessuno. Solo loro. Le folle islamiche disperate dei Cairo o di Alessandria plaudono perché quando va male ai ricchi i poveri sono sempre felici. Come quando un centravanti segna un goal.

10- Da ultimo, anche se l’Islam dovesse conquistare l’Occidente (cosa impossibile), poi che fa? Trasforma Wall Street in una moschea e la fisica quantistica in un versetto incomprensibile del Corano? L’Islam, cioè, rappresenta il passato. Non è la soluzione, ma solo uno dei problemi. Una questione di polizia internazionale. Niente altro.

Giuseppe Turani
Informazioni su Giuseppe Turani 56 Articoli
Giornalista economico e Direttore di "Uomini & Business". E' stato vice direttore de L'Espresso e di Affari e Finanza, supplemento economico de La Repubblica. Dal 1990 al 1992 è editorialista del Corriere della Sera, del mensile Capital e dei settimanali L'Europeo e Il Mondo. Ha scritto 32 libri.

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