Elon Musk potrebbe lasciare il timone di Tesla. Cosa succederà alla regina delle auto elettriche?

La saga di Tesla e del suo CEO, Elon Musk, ci riserva un nuovo avvincente capitolo. Questa volta, però, potenzialmente dai risvolti “disastrosi”. Infatti, oggi non scriveremo o di “strane” o nuove “iniziative” (come colonizzare Marte, l’Hyperloop o un’autostrada sotterranea a sei corsie), ma dello stato di salute di Elon.

Genio e sregolatezza

Elon Musk è un genio, ciò è innegabile, è un inventore ed un sognatore appassionato, spesso intollerante nei confronti dei “minori” mortali. Tuttavia, come si dice, “genio e sregolatezza” non permettono di eseguire anche i compiti più banali, come gestire un’azienda di successo. Ecco perché i “fondatori/sognatori”, ad un certo punto, devono essere messi da parte per la crescita futura.

Una posizione più “elevata”

Alla luce dello stato di salute di Musk, che ha confessato di essere molto affaticato, di essere incapace di dormire e di protendere sempre più verso un comportamento donchisciottesco, sembrerebbe essere molto più prudente che il consiglio di amministrazione di Tesla prendesse in considerazione la possibilità di elevarlo a una posizione ancora più elevata. Forse “Presidente Onorario” o anche “Consigliere Supremo”, concedendogli un budget e un gruppo di ingegneri che la pensino allo stesso modo, affinché possa gestire i programmi “Alien Dreadnaught”, ad esempio, in tutta serenità. Insomma, Tesla potrebbe finire nelle mani di un professionista del settore automotive esperto e di successo, come tutti gli altri concorrenti presenti sul mercato.

Per il bene dell’azienda

Inoltre, all’orizzonte sembrano essere sempre più vicine delle cause legali che potrebbero sfociare in innumerevoli dollari di multa come risultato delle intemperanti osservazioni di Musk sull’avere “finanziamenti garantiti” come azienda privata (un piano che la casa automobilistica ha abbandonato da allora). Piccolo dettaglio che potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza dello stesso marchio Tesla. E’ vero, i membri del consiglio di amministrazione del brand californiano ripongono fiducia e stima in Elon e sono grati per quello che ha raggiunto, ma il loro dovere fiduciario, radicato nelle leggi della corporate governance, richiede che proteggano l’ampia base di azionisti. I consigli di amministrazione non sono lì per sostenere gli amministratori delegati, bensì il loro dovere è nei confronti degli investitori, grandi e piccoli che siano. Il mancato rispetto di questo principio può portare ad azioni civili e persino penali contro il consiglio di amministrazione.

Conclusione

La conclusione potrebbe essere questa: Elon Musk, il genio, il visionario, potrebbe ben presto andare temporaneamente o per sempre fuori servizio. L’omissione di delegare, la mancanza della condivisione di un enorme carico di lavoro, la privazione del sonno ed il presunto uso di droghe lo hanno forse bruciato. La sua formidabile batteria ora sembra essere completamente scarica, Elon Musk potrebbe aver bisogno di un lungo periodo di riposo. Nel frattempo, Tesla, diretta verso un iceberg a velocità costante, ha bisogno di un nuovo skipper. E molto velocemente.

Alberto Lattuada
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Lavora in ambito televisivo fin dal 2003, svolgendo tutti i ruoli fino a debuttare nel 2010 come regista. Inoltre, grazie agli studi umanistici completati all'Università Statale di Milano, scrive per diverse testate cartacee ed online, tra le più importanti: La Discussione, Sprint&Sport Lombardia, Motorionline, Calcio&Finanza e Omnimoto. Ama lo sport e soprattutto i motori, motociclista ed appassionato di auto trova sempre il modo di informare ed allietare i lettori con storie affascinanti ed appassionanti. Nel 2015 realizza il suo sogno di creare da zero un nuovo progetto web: Motorlands, un sito in lingua inglese dedicato alle auto e alle moto.

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