Ghosting e Orbiting: quelle persone che scompaiono nel nulla o mantengono un legame ambiguo

Ghosting e orbiting sono due termini anglosassoni che sono entrati tristemente nel vocabolario comune. I social hanno solo amplificato qualcosa di già molto diffuso: il fatto di scomparire all’improvviso dalla vita di qualcuno senza dare spiegazioni e quello di continuare a gravitare intorno alla vita dell’altro pur avendolo rifiutato. Nella nostra epoca questi comportamenti sono sempre più frequenti. Ma come possiamo spiegarli e perché siamo arrivati a svalutare così tanto le relazioni? Lo abbiamo chiesto alla psicoterapeuta Maddalena Vagnarelli, che a studiato a fondo il fenomeno.


Innanzitutto, cos’è il ghosting?
“Il ghosting è scomparire nel nulla. Magari ci si frequenta da un po’, si è in una relazione che potrebbe sembrare stabile, e l’altra persona sparisce. Questo presumibilmente perché essere in una relazione con noi non è più di suo interesse”.

L’orbiting, invece, in cosa consiste?
“Consiste nel mantenere un aggancio, un legame debole e ambiguo con una persona che si è scelto di non frequentare più. Si decide quindi di mantenere un sottilissimo filo per dire all’altro che si esiste ancora e di non dimenticarci di lui”.

Cosa c’è dietro?
“A mio parere è un po’ figlio dell’amore liquido teorizzato da Zygmunt Bauman. Narcisisticamente scegliamo di tenerci l’altra persona, magari per passare insieme una serata o per rimanere in un angolo della sua testa. Un po’ come in un film di François Truffaut o, citando Ovidio, “Né con te, né senza di te”. L’altro non si desidera, ma non si desidera nemmeno che esca completamente dalla propria vita”.

Perché ghosting e orbiting sono così pericolosi?
“Sono pericolosi in modo diverso. Il ghosting, dato che non si è mai parlato della chiusura e non c’è stato il confronto, lascia la persona nell’impossibilità di capire cosa sia successo. Mina non solo la possibilità di elaborare la chiusura, ma anche l’autostima. Ci si tormenta chiedendosi se si è fatto qualcosa di sbagliato o se avremmo potuto fare qualcosa di diverso. Una persona che viene lasciata senza sapere il motivo è costretta a ragionarci da sola. Il ghosting è pericoloso perché lascia un aggancio sottile che alimenta continuamente una speranza fatta di segnali ambigui. Tra l’altro in entrambi i casi, per chi lo fa, è tutto molto semplice. Sparire o mettere un like non costa nulla”.

Si tratta di dinamiche nuove?
“Sicuramente i social hanno dato loro più visibilità e risonanza. Prima l’orbiting consisteva nel frequentare i posti in cui si era sicuri di trovare quella persona, pur non volendoci stare. Con i social l’orbiting consiste principalmente nel lasciare like su Facebook o cuoricini su Instagram. Si tratta di lasciare una traccia per dire, senza dirlo, che si pensa ancora all’altro”.  

Da cosa dipendono?
Con Bauman potremmo dire che “l’amore è prepotente desiderio di proteggere, accudire, nutrire, riparare, coccolare, difendere”, l’esatto opposto del possesso, che invece si esercita facendo orbiting: chi viene “tenuto” con queste strategie non è “soggetto”, ma mero oggetto. L’uomo moderno sembra incapace di legarsi. Pensiamo alle città invisibili di Italo Calvino. A Leonia ad esempio, la città invisibile del consumismo: desideriamo continuamente cose nuove, persone nuove, relazioni nuove e non sappiamo più cosa farcene degli scarti del giorno prima. Desideriamo fortemente relazioni significative, ma allo stesso tempo ci terrorizzano. Le possibilità sono infinite e questo paralizza la scelta. Per i nostri genitori in molti casi è stato più facile: bastava incontrare una persona, sposarsi e fare dei figli. Ora ci si può non sposare, essere poliamorosi, non fare figli, divorziare.

Si può imparare a non soffrire troppo per questi fenomeni?
Essere lasciati scotta comunque, quindi qualche ferita andrà curata. Ma, nel momento in cui una persona sparisce o ci gravita intorno senza volerci, ci restituisce un valore di noi molto sottostimato rispetto alla realtà, non ci vede come persone ma come oggetti. Ricordarci queste sensazioni può aiutarci a non cadere in questa rete e a capire che meritiamo qualcosa di più. Chi ha qualcuno che gli ruota intorno in questo modo deve mettersi al sicuro, bloccandolo sui social o dicendogli come ci fa sentire comportandosi in questo modo.

Cosa si può dire a chi lascia le persone seguendo queste modalità?
Sicuramente che questi comportamenti hanno un effetto sull’altra persona e sui suoi sentimenti e che, nel momento in cui trattiamo l’altro come un oggetto, di fatto stiamo trattando anche noi stessi alla stessa maniera. Dovremmo fare la fatica di vedere l’altro soffrire perché non lo vogliamo più o magari, quando ricompariamo per una sera, fare la fatica di beccarci un rifiuto, perché questo restituisce di fatto valore all’altra persona e lo restituisce anche a noi.

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