Guidava i carri armati durante il D-Day. Chi era Ken Miles, il protagonista di Le Mans ’66

Ken Miles, il pilota protagonista del film Le Mans ’66, guidava i carri armati alleati durante lo sbarco del D-Day. Ha portato un blindato dal nord della Francia a Berlino sotto il fuoco dei panzer e dell’aviazione tedesca. La sua vita è una storia incredibile.

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Ingegnere e un meccanico, ma anche un pilota velocissimo, solo che interpretava le corse come un passatempo, un hobby si direbbe oggi, anche perché nella sua epoca correre per lavoro era molto diverso rispetto a oggi: i soldi erano pochi, le gare tante e le possibilità di morire ancora di più.

Ma Ken Miles è stato anche uno degli uomini che ha portato la Ford a vincere la 24 Ore di Le Mans. Lui e Carroll Shelby hanno preso un prototipo inglese, ci hanno infilato dentro un mastodontico V8 americano e lo hanno trasformato in una perfetta auto da corsa, passata alla leggenda come Ford GT 40. Ken Miles è nato durante l’ultimo anno della Prima Guerra Mondiale, da giovane ha corso in motocicletta e poi è diventato un comandante di carri armati durante la Seconda Guerra Mondiale, combattendo per l’esercito britannico e vedendo la morte in faccia diverse volte.

Dopo la fine delle ostilità corse per l’Alfa Romeo e la Bugatti, per poi trasferirsi a Los Angeles in California. Qui lavorò come meccanico, ma partecipò anche a diverse corse vincendo spesso. Guidava un prototipo progettato da egli stesso partendo da una spider MG e ha battuto anche James Dean che guidava la Porsche 550 Spyder con cui perse la vita. Ken Miles era di Birmingham e aveva un carattere un po’ spigoloso, oltre a un accento difficile da comprendere, ma era anche un padre dolce e premuroso, soprattutto considerati gli standard dei tempi. Generalmente era molto impegnato col lavoro, ma portava spesso il figlio con sé in pista e lo coinvolgeva in varie attività.

Il sodalizio con Carroll Shelby lo consegnò all’immortalità, prima come uomo chiave nello sviluppo della Cobra e poi come artefice della tripletta della Ford a Le Mans nel 1966. Purtroppo non si è potuto godere la sua meritatissima fama, perché circa due mesi dopo la 24 Ore di Le Mans morì sul colpo uscendo di strada durante un test della versione più evoluta della GT40.

Aveva 47 anni, lo spirito di un ragazzino e un’amore smodato per le auto. «Preferisco morire in un’auto da corsa facendo quello che amo, piuttosto che essere divorato lentamente dal cancro, era il pensiero di Ken Miles, che alla fine ha anche avuto il privilegio di andarsene nel modo che preferiva.

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