Negli ultimi anni Hong Kong si è affermata come HUB globale, una porta commerciale per tutti gli scambi tra oriente e occidente. L’area gode del maggiore grado di apertura economica al mondo (Rapporto Heritage Foundation), combinato con un basso livello di tassazione e con un ambiente congeniale allo sviluppo delle attività economiche e commerciali che la rendono un luogo ideale per gli affari e per attirare investimenti.
Tra le piazze finanziarie più importanti del mondo, Hong Kong ospita la più grande comunità bancaria dell’Asia e il suo listino di borsa è il terzo in Asia e il 7mo al mondo per capitalizzazione. La certezza del diritto e trasparenza e indipendenza del sistema giudiziario sono massime.
Quadro politico
Ex colonia dell’impero britannico, dopo il suo ritorno alla Cina nel 1997, Hong Kong ha mantenuto uno stato di Regione Amministrativa Speciale, riconosciutole dalla propria Legge Fondamentale.
In applicazione del principio “Un paese, due sistemi”, anche dopo il ritorno alla sovranità cinese Hong Kong ha mantenuto un proprio governo, l’ordinamento giuridico di common law, un assetto parlamentare pluripartitico, un sistema economico liberista, una propria moneta, un proprio sistema fiscale e doganale e una stampa libera.
Nel 2004, tra la Cina e Hong Kong è stato avviato un processo di liberalizzazione, denominato CEPA (Closer Economic Parternship Arrangement), giunto al nono protocollo nel 2012, che comporta la progressiva esenzione dei dazi per una gamma di prodotti e la liberalizzazione in numerosi settori di attività. Hong Kong si conferma inoltre come principale piattaforma offshore per il commercio internazionale dello yuan.
Posizionamento strategico
Da sempre Hong Kong rappresenta uno dei principali centri economici della regione asiatica e una porta di accesso privilegiata verso la Cina continentale e verso le altre regioni dell’Asia. Anche per tale ragione, migliaia di società straniere (oltre 300 quelle italiane), hanno deciso di stabilire il proprio quartier-generale operativo in tutta l’Asia ad Hong Kong, sfruttandone i numerosi vantaggi da essa offerti.
Eccellente è il livello di servizi (sia pubblici che privati) di cui puo’ beneficiare una società straniera o un singolo operatore economico interessato ad effettuare un investimento ad Hong Kong. La certezza del diritto, assicurata da un sistema di leggi e un sistema giudiziario di stampo anglosassone (common law), il bassissimo livello di corruzione, congiuntamente ad un’ampia disponibilità di servizi nei settori finanziario, legale e della logistica, sono solo alcuni dei principal motivi che rendono Hong Kong un luogo ideale nel quale sviluppare un’attività economica o imprenditoriale.
Reti e infrastrutture
Hong Kong vanta una rete di infrastrutture tra le più efficienti del mondo. Il suo porto mercantile è al terzo posto in termini di traffico di container. Il suo aeroporto è uno dei principali hub della regione, terzo aeroporto più trafficato al mondo in termini di passeggeri e al primo posto per volume di cargo smistato. L’aeroporto collega 160 destinazioni in tutto il mondo con 900 voli giornalieri serviti da oltre 100 compagnie e permette di raggiungere entro le cinque ore di volo oltre la metà della popolazione mondiale.
Rapporti Italia-Hong Kong
Il numero di aziende italiane stabilmente presenti a Hong Kong è di oltre 300, attive principalmente nei settori della finanza, nella logistica e nella moda/lusso, che costituisce il settore in cui l’Italia è più ampiamente rappresentata. Oltre agli uffici di coordinamento regionale di tutte le principali case di moda, a Hong Kong sono operanti più di 150 negozi monomarca italiani.
Hong Kong è anche sede delle principali manifestazioni fieristiche a livello internazionale. Ogni anno più di 700 aziende italiane partecipano alle numerose fiere internazionali qui ospitate con particolare riguardo alla gioielleria, al vino, ai prodotti alimentari, alla moda e all’elettronica.
L’interscambio con l’Italia
Secondo dati ICE, nel 2012, l’Italia si è posizionata al 16º posto in assoluto tra i fornitori di Hong Kong e al quarto tra i paesi europei (dopo Regno Unito, Francia e Germania) con un valore di beni esportati pari a 7,15 miliardi di USD (pari a 5,56 miliardi di Euro), in aumento del 2,78% rispetto al 2011, e una quota mercato dell’1,29%. Il valore delle esportazioni (ri-esportazioni*+prodotti nazionali) di Hong Kong verso l’Italia è stato pari a 3,22 miliardi di USD, pari a 2,50 miliardi di Euro (- 16% sul 2011) e una quota dello 0,65%. L’Italia, che nel 2011 è risultata al 16˚ posto, scende ora al 19˚ fra i paesi clienti di Hong Kong.
I settori di punta dell’export italiano
In ordine di valore, le prime 10 categorie merceologiche esportate a Hong Kong dall’Italia sono state nel periodo: abbigliamento in pelle +8,9%, abbigliamento +4,2%, prodotti alimentari e vini + 1,3%, artigianato +19,2%, gioielleria +7,5%, macchinari e macchinari elettrici -8,8%, pelli e pellami -11,9%, calzature +12%, tessuti e filati -7,6%, prodotti chimici e materie grezze -0,6%.
Triangolazione Italia–Hong Kong-Cina
Nel 2012, Hong Kong ha ri-esportato verso il mondo merci provenienti da diversi paesi d’origine per 470,96 mld. di USD, pari a 366,5 miliardi di Euro (+7,33%), di cui 3,06 miliardi di USD (pari a 2,38 miliardi di Euro) erano di origine italiana (+1,73%). Su un totale di 7,15 miliardi di USD (5,56 miliardi di Euro) di merci italiane importate da Hong Kong, il 29% (2,07 miliardi di USD, pari a 1,61 miliardi di Euro) sono poi state destinate in Cina.
Tassazione
Lo scorso 14 gennaio 2013 è stata firmata la Convenzione Contro le Doppie Imposizioni tra Italia e Hong Kong (di seguito “Trattato”). Il Trattato entrerà in vigore non appena i due Stati avranno completato le rispettive procedure di ratifica. Dal punto di vista italiano, il Trattato riduce le ritenute alla fonte ordinarie sul pagamento di dividendi al 10%, di interessi al 12.5% e sul pagamento di royalties al 15%. Il Trattato, inoltre, prevede che i capital gains derivanti dalla cessione di azioni o quote di società italiane da parte di soggetti residenti in Hong Kong siano tassati esclusivamente in Hong Kong. Tale principio non trova applicazione nel caso di società immobiliari i cui attivi siano rappresentati per piu’ del 50% da beni immobili.
Dal punto di vista di Hong Kong, in base alla normativa interna, dividendi, interessi e capital gains non sono soggetti a tassazione. Eventuali royalties corrisposte a soggetti non residenti scontano una ritenuta alla fonte a Hong Kong del 4.95%. Tuttavia, qualora le royalties siano corrisposte a parti correlate a fronte di proprietà intellettuali riconducibili a soggetti residenti in Hong Kong, la ritenuta alla fonte sarà pari al 16.5%, ridotta al 15% in virtu’ del Trattato.
Operare a Hong Kong
Per operare a Hong Kong è consigliabile costituire una società ad hoc per massimizzare gli incentivi che il governo locale riserva agli investitori stranieri.
Costituire una società a Hong Kong (white paper), download
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