È notizia di alcuni giorni fa la mobilitazione generale di moltissime imprese di eccellenza italiane che si sono attivate per aiutare e dare il proprio contributo per l’emergenza Covid-19.
Questo è motivo di ulteriore orgoglio italiano: ad esempio, il gruppo Armani ha convertito tutti i suoi stabilimenti in Italia per aiutare chi è in prima linea con la produzione di camici. Non è stata da meno Herno, che ha deciso di produrre nei suoi stabilimenti circa 10.000 camici al mese e 25.000 mascherine, mentre Gucci ha lanciato un’iniziativa di crowdfunding, insieme ad Intesa San Paolo, per assistere nella produzione, reperimento e distribuzione di dispositivi per la protezione. Anche Bulgari ha annunciato di destinare i suoi laboratori cosmetici per la produzione di 6mila flaconi di disinfettanti mani al giorno da donare alla protezione civile.
Potremmo continuare ad elencare tutte le grandi aziende che si sono attivate in tal senso, ma la verità è che non solo questi grandi nomi possono aiutare il nostro Paese in questo momento.
Infatti, con ordinanza n. 4/2020 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato bandito un incentivo denominato Agevolazioni alle imprese Emergenza COVID-19, fino a 2 milioni di Euro a tasso zero per le aziende che decidessero di convertire i loro stabilimenti alla produzione di dispositivi medici e di protezione individuale.
Beneficiari sono tutte le società di persone ma anche le società di imprese, le cooperative e le società consortili, di qualsiasi dimensione, purché aventi sede sul territorio nazionale italiano, già costituite ed iscritte al Registro delle Imprese.
Il bando, la cui domanda va presentata a sportello, avrà un tempo di valutazione estremamente veloce grazie alla tempistica stabilita proprio per far fronte all’emergenza. Sono finanziabili i progetti che sono finalizzati all’ampliamento della capacità produttiva di un’unità già esistente, così come la riconversione di unità produttive esistenti a favore della produzione di dispositivi medici o di protezione individuale. Tutti i progetti andranno realizzati entro 180 giorni, che partiranno dal provvedimento di ammissione.
Il progetto da sottoporre dovrà prevedere un intervento di valore compreso tra 200mila e 2 milioni di euro; saranno finanziabili tutte le spese relative a macchinari, impianti e attrezzature, naturalmente commisurate al fabbisogno del ciclo produttivo di interesse del bando, così come programmi informatici, sempre commisurati alle esigenze specifiche, ed anche le opere murarie, strumentali e strettamente necessarie all’istallazione e al funzionamento degli impianti o dei macchinari ad uso produttivo che le aziende andranno ad utilizzare.
Va precisato che il finanziamento agevolato è anche assistito dal privilegio ai sensi dell’art. 24 della Legge n. 449 del 27 dicembre 1997. A tale finanziamento, che rientra nel quadro più ampio delle agevolazioni e degli strumenti di finanza agevolata a tasso zero, potrà inoltre essere affiancato un fondo perduto a seconda dei tempi di realizzazione con cui il programma di investimenti verrà effettuato. Pertanto, nel caso in cui l’entrata in produzione sia realizzata entro 15 giorni dalla data del provvedimento, il finanziamento agevolato non coprirà solo il 75% delle spese ammissibili (finanziamento la cui restituzione andrà fatta con un tempo di 8 anni successivi all’investimento stesso), bensì il 100% potrà essere coperto con conversione a fondo perduto.
Si tratta di misure estremamente agevolanti per chi dovesse decidere di aderire a questo programma; la ratio di questa incentivazione e della tempistica di erogazione molto breve si fonda sulla necessità di sopperire alla attuale mancanza in Italia di una forte industria medicale che ha visto, come noto dalla cronaca, l’Italia forzata all’importazione di questi dispositivi con le note difficoltà anche alle frontiere.
Scopo della manovra è quindi rendere autonoma l’Italia con una produzione interna di questi dispositivi per far fronte all’emergenza sanitaria attuale e ad eventuali emergenze future, aiutando, al tempo stesso, imprese che in questo periodo contingente si troverebbero in difficoltà e che possono invece rilanciare la propria produzione aiutando l’intera comunità.