L’attore principale del mercato petrolifero è l’Opec (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio), che conta attualmente dodici paesi membri ed è influenzata dal potentissimo sceicco saudita Zaki Yamani.
Esistono poi un limitato numero di compagnie che fanno gli interessi dei paesi occidentali nel settore petrolifero, le cosiddette “Sette Sorelle“.
I nomi delle sette maggiori compagnie del mondo sono: BP-Amoco, Conoco-Phillips, Chevron-Texaco, ExxonMobil, Repsol-YPF, Total-Fina-Elf, Shell-Duvernay Oil.
Accanto a questi potenti attori, esistono i trader ed i broker che cercano di guadagnare sul mercato petrolifero. In particolare, i primi assumono posizioni in proprio, avendo come business principale non solo l’acquisto del greggio ma anche l’attività di gestione navi oppure di raffinazione.
Il rischio dei trader sul mercato del greggio può essere più o meno alto a seconda se il trader compra e vende contemporaneamente un carico di greggio assumendo un rischio ridotto, oppure se acquista e vende successivamente il carico di petrolio, esponendosi ad un rischio più elevato.
I broker invece sono sostanzialmente dei mediatori che favoriscono l’incontro tra il compratore ed il venditore di greggio a fronte di una commissione di negoziazione. Pertanto i broker non sono esposti a rischi di eventuali perdite derivanti dall’oscillazione dei prezzi.
Il petrolio finanziario, ossia il sottostante dei contratti derivati, riguarda sostanzialmente due tipologie.
La prima tipologia è il “light crude“, un greggio caratterizzato dalla bassa presenza di zolfo, che consente, in fase di lavorazione, di ricavare la maggior quantità di benzina.
La seconda tipologia è il “brent“, greggio di altissima qualità molto apprezzato dai raffinatori che viene estratto dalle piattaforme presenti nel Mare del Nord.
Nel corso degli anni i volumi estratti del brent sono diminuiti notevolmente e si è reso opportuno unire il sistema degli scambi del mercato fisica del brent con tre greggi del Mare del Nord: il Forbes, l’Oseberg e l’Ekofisk.
E’ nato così il nuovo mercato fisico del brent chiamato “Bfoe“, che presenta un volume di scambi di circa 1,4 milioni di barili al giorno.
Il Bfoe assume, oggi, un ruolo importante nel processo di determinazione dei prezzi del petrolio a livello internazionale anche negli scambi a termine e futures. Il contratto future sul light crude è regolarmente quotato dal 1983 al Nymex (New York Mercantile Exchange), insieme al future sui greggi del Golfo Arabico Oman e Dubai, la cui qualità è analoga a quella del Light Crude.
Il future che ha come sottostante il brent è quotato all’IPE (International Petroleum Exchange), avente sede a Londra e valuta di riferimento il dollaro americano. La maggior parte degli scambi mondiali di petrolio finanziario si riferisce al future sul brent.
Gli strumenti finanziari più importanti per fare trading sull’oro nero
Prima di analizzare i diversi strumenti finanziari utili a fare trading sul greggio, è utile distinguere i diversi mercati degli scambi del greggio.
In particolare, il petrolio è scambiato sul mercato fisico che comprende gli scambi riguardanti i carichi di greggio disponibile presso i porti di caricazione.
Il greggio può essere scambiato sul mercato spot che riguarda la negoziazione di greggio effettuato su un determinato quantitativo di petrolio disponibile in una data e luogo stabiliti.
Nel mercato spot sono compresi anche i carichi di greggio che si trova già stoccato a bordo delle navi in viaggio. Questo mercato viene anche chiamato mercato del “dated” Brent, oppure mercato “wet“.
Infine, gli scambi di greggio che comportano un impegno a consegnare in un determinato giorno del mese, una predefinita quantità di petrolio, sono effettuati sul cosiddetto mercato “forward”.
I contratti “forward” (a termine) si stipulano con un anticipo rispetto alle date di caricazione di almeno 21 giorni e, se stabilito preventivamente, alla scadenza del contratto, la consegna fisica del petrolio può anche non avvenire. In quest’ultimo caso, la controparte che si trova in utile regola il suo guadagno con la controparte che si trova in perdita.
Escludendo i contratti “forward”, appena trattati e lo scambio fisico del greggio che avviene direttamente tra le parti, in quanto sono poco utilizzati gli intermediari finanziari, gli strumenti finanziari più importanti utilizzati per fare trading sul petrolio sono: i contratti futures, gli EFP (Exchange of Futures for Phisycal), le opzioni su futures, gli swap e iCFD (Contract For Difference).
I contratti Futures sono sostanzialmente dei contratti a termine con alcune differenze.
Per esempio, i futures sono dei contratti standardizzati negoziati sulle Borse del petrolio. Vengono regolati quotidianamente da un organismo indipendente che si chiama “Clearing House” o, più comunemente,Cassa di Compensazione e Garanzia. La Clearing House ogni giorno accredita i guadagni derivanti dal contratto future alla controparte che usufruisce dell’andamento favorevole del prezzo del greggio e addebita, all’altra controparte la relativa perdita.
Per i contratti futures non è prevista la consegna fisica del greggio.
Gli EFP (Exchange of Futures for Phisycal) permettono di scambiare un contratto future, che viene regolato a saldo entro la scadenza, con una posizione sul mercato fisico, ossia il diritto a ricevere un carico di greggio. Gli EFP prevedono la consegna fisica del carico di greggio oggetto della transazione.
Le Opzioni sono contratti in cui l’acquirente, dietro pagamento di un premio, ha la facoltà e non l’obbligo di acquistare (opzione call), oppure di vendere (opzione put), il sottostante contratto future ad un prezzo prefissato, entro una certa scadenza.
Gli Swap sono dei contratti che permettono di scambiare un prezzo fisso del greggio, ad una certa data, con un prezzo fluttuante in un determinato tempo futuro.
La controparte che riceve il prezzo fisso si copre da eventuali oscillazioni del prezzo del greggio.
Questo tipo di contratto non prevede la consegna fisica del petrolio, ma solo uno scambio di denaro a scadenza.
I CFD (Contract For Difference) sono contratti che permettono lo scambio di un prezzo corrente del greggio, contro un altro prezzo fluttuante a più lunga scadenza, dietro il pagamento o la riscossione di un premio, a seconda se il prezzo corrente è più basso o più alto del prezzo futuro del petrolio nel momento in cui si stipula il contratto.
Questi strumenti permettono all’operatore di scambiare la prezzatura corrente con prezzature riferite a periodi più lunghi, come ad esempio: 1 settimana, 2 settimane, etc.
I CFD non prevedono la consegna fisica del petrolio e sono negoziati su mercati non regolamentati, pertanto gli scambi di CFD non sono trasparenti.
L’utilizzo della Fence Strategy per proteggere il valore del greggio prodotto dalle oscillazioni impreviste del prezzo
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