Il miraggio dell’eterna giovinezza, conquista assurda e infingarda attraverso la quale la pubblicità ci induce astutamente a comprare ogni tipo di prodotto, dalle creme che promettono di riportare la pelle ad uno stato di grazia primigenia, spianando rughe per riguadagnare la paffuta morbidezza del culetto di un bambino, ad abiti che ci dovrebbero far apparire come liceali, e che invece ci regalano dosi massicce di ridicolo, sembra avere i giorni contati.
Viviamo un’epoca incerta e tumultuosa alquanto, ma quel perdiamo da un lato in termini di diritti e conquiste, lo guadagniamo dall’altro perché il progresso, almeno nell’estetica, non si può arrestare.
E allora ben vengano i nuovi ideali di bellezza inclusivi, riconosciuti infine anche dall’industria del beauty, sempre pronta a farci sentire non all’altezza, sempre incline a pompar le insicurezza fino a spingerci sul baratro dell’acquisto permanente.
Oggi invece vale tutto: ogni colore di pelle, ogni tipo di capelli e, udite udite, ogni spettro di età. Del resto, con l’aspettativa media di vita che si allunga in maniera considerevole, sarebbe sciocco tagliare via dal messaggio una fetta consistente di pubblico, peraltro dotato di un forte potere di spesa. Ecco allora che in pubblicità si moltiplicano modelle e modelli con i capelli bianchi e qualche ruga esibita con non celato orgoglio.
Ecco anche le glorie del passato, da Naomi Campbell a Christy Turlington, che continuano a solcare magnifiche e indisturbate le passerelle. Certo, queste ultime donne non sono nemmeno cinquantenni, ma considerato che il loro apogeo fu negli anni Novanta, e non dimenticando che molte delle star di oggi sono a mala pena adolescenti, la conquista invero è notevole.
Mentre ci godiamo il redivivo fascino degli anta, accettandoci per come siamo, difetti inclusi perché ci rendono uniche e unici, non resta che da chiedersi come mai tanto amore per le età non standard, proprio adesso. Semplice: un uomo e una donna maturi sono il contrario dello stereotipo. Si portano i segni della propria storia addosso, e questo regala carattere. E poi, insomma, ormai è chiaro: l’età è solo un numero. O no?
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