“Non è un anno come gli altri. Il Padiglione Italia alla 13^ Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia deve porsi al centro di questa differenza e diventare un’occasione per riflettere sul rapporto tra crisi economica, architettura e territorio, deve essere uno spazio in cui immaginare un progetto di crescita del nostro Paese, il “common ground” deve tradursi in un progetto concreto e visionario, in cui cultura ed economia scrivano un nuovo patto.”
Questa la “doverosa premessa” di Luca Zevi, scelto dalla Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, quale curatore del Padiglione Italia alla 13. Mostra Internazionale di Architettura.
Il progetto curatoriale si snoda come il racconto di un incontro possibile, della riscrittura del ‘patto’ – luogo condiviso e spazio possibile – in cui le ragioni dell’architettura, del territorio, dell’ambiente dialoghino con quelle dello sviluppo economico. Un ‘common ground’ tra imprenditoria e architettura come necessità imprescindibile per la ripresa.
Il racconto descrive le “quattro stagioni” dell’architettura del Made in Italy lungo un percorso accidentato e fecondo, mirato alla ricerca di un rapporto virtuoso tra architettura, crescita e innovazione.
I stagione : Adriano Olivetti nostalgia di futuro
Un percorso che non può non prendere le mosse dall’esperienza di Adriano Olivetti nell’Italia del ‘secondo dopoguerra’ come paradigma di un modello di sviluppo in cui politica industriale, politiche sociali e promozione culturale si integrano nella proposta di una strada innovativa nella progettazione delle trasformazioni del territorio. Esperienza unica per i tempi e per il contesto, che per la sua attualità induce una positiva “nostalgia di futuro”.
Olivetti è innovatore per il modo di fare impresa, la visione del mondo, le scelte e i principi. E’ convinto che il ‘fare impresa’ non possa prescindere da un atteggiamento etico e responsabile nei confronti dei lavoratori e del territorio che accoglie le fabbriche, appassionato di avanguardie in arte e architettura, coinvolge tutti i più geniali architetti e designer degli anni ’50 facendo di ogni complesso industriale un’opera d’arte. Ivrea diventa luogo di sperimentazione di una “città-fabbrica” virtuosa, considerata modulo sperimentale di uno sviluppo territoriale possibile.
Il Padiglione si apre con questo racconto perchè la visione olivettiana – che tiene insieme architettura, economia e territorio – può diventare il punto chiave sul quale cominciare a riscrivere il futuro del paese.
II stagione: l’assalto al territorio
A partire dagli anni ‘80, nel fervore imprenditoriale diffuso seguito alla scomparsa delle grandi industrie dal nostro paese, si verifica una sorta di “assalto” al territorio italiano attraverso iniziative di grande vitalità sotto il profilo produttivo, ma altrettanto disinteressate a qualsivoglia forma di espressione architettonica o di inserimento appropriato nel paesaggio: è la fase della produzione “nel sottoscala o nel capannone, spesso conditi da una villetta in stile chalet svizzero”, il “grado zero” dell’architettura del Made in Italy.
III stagione: architetture del Made in Italy
Negli ultimi quindici anni alcune imprese del Made in Italy – caratterizzate da una “tipologia olivettiana” quanto a dimensioni e produzione specializzata – hanno scelto di costruire i propri stabilimenti e i propri centri direzionali secondo un progetto architettonico d’eccellenza. Sono nate così strutture attente alla poetica dei luoghi e degli oggetti, alla vita delle persone, alla sensibilità ambientale, documentate e “narrate” nella mostra. Il ‘fare impresa’ virtuoso anche nell’immaginazione dei luoghi di produzione e commercializzazione sta contribuendo a creare nuovi paesaggi.
La promenade espositiva si trasforma in un percorso di scoperta, conoscenza e riflessione sulle emergenze architettoniche e insediative del Made in Italy. E’ nel loro agire il senso della prospettiva: l’industria che all’architettura chiede la traccia dei luoghi, della quotidianità, della sua stessa identità.
IV stagione: reMade in Italy
La sfida della “quarta stagione” – la messa a sistema delle imprese del Made in Italy nella direzione di una Green Economy – è destinata fatalmente a incontrare la sfida di Expo 2015 ‘Nutrire il pianeta’, che diventa una straordinaria occasione per riflettere sul rapporto tra territorio e ambiente, città e produzione agricola, e sul senso del ‘progetto’ nel nord e sud del mondo. La nutrizione, che sarà al centro dell’Expo 2015, spinge a rimettere sotto analisi il concetto di comunità sostenibile: il rapporto tra città e campagna, industrializzazione e produzione agricola.
Il Padiglione Italia diviene così luogo in cui progettisti, imprenditori e politici si cominciano a confrontare seriamente sulle questioni del vivere, nella previsione di un’era in cui l’ossessione della megalopoli deve lasciare spazio a nuove regole di ispirazione comunitaria, in cui nutrirsi, muoversi e abitare diventano funzioni della stessa equazione.
Verranno illustrati alcuni recenti esperimenti italiani che muovono in questa direzione: riqualificazione di insediamenti attraverso l’inserimento di attività produttive di nuova generazione; ripensamento degli spazi pubblici mirati a una città a misura dei bambini, che diventano parametro della qualità di vita negli spazi urbani, cercando di ripensare la città come luogo eminentemente pubblico.
Un Padiglione Italia sostenibile
Il Padiglione Italia non si limita a rivendicare un nuovo modo di abitare, ma tenta di offrirsi come una sorta di prototipo di diversa modalità insediativa, che tiene insieme cultura dell’ambiente e Green Economy. Strumenti multimediali e tecnologia innovativa permetteranno al visitatore di interagire con il racconto, di porre quesiti, di incontrare in modo virtuale i protagonisti della storia narrata. L’interazione con elementi animati – ologrammi, personaggi virtuali e video – scandirà ogni tappa della narrazione. Conversazioni, interviste, performances attraverseranno giorno dopo giorno lo spazio.
L’opera di Michelangelo Pistoletto L’Italia Riciclata realizzata per il Padiglione Italia nel Giardino delle Vergini, sarà un metaforico centro di energie e luogo fisico per una serie di incontri.
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