La rivoluzione finale del capitalismo finale è in corso. Nel senso che finisce il capitalismo di relazione e comincia un’altra storia. Mediobanca cessa di essere il perno di tutto e diventa una tranquilla banca d’affari che cercherà di fare affari come fanno tutte le altre sue concorrenti.
La prima mossa è quella di Pirelli, che presto metterà sul mercato un pacchetto di azioni Mediobanca (le serviranno per ridurre il proprio indebitamento prima del ritorno in Borsa). In parallelo sono già partite, o stanno partendo le disdette per il patto di sindacato, che scade a fine anno, e che finora ha retto la banca di piazzetta Cuccia. Non sarà rinnovato. Mediobanca diventerà quindi una public company.
Ma ci sono altre mosse più importanti, oltre a quella di Pirelli. E’ certa, ad esempio, anche l’uscita di Unicredit da Mediobanca. Il suo pacco azionario, che è uno dei più consistenti, oltre l’8 per cento, nel giro dei prossimi due anni verrà interamente ceduto in Borsa, e quindi Unicredit uscirà da Mediobanca.
Se questo accade a monte di Mediobanca, cioè tra i suoi azionisti, anche la stessa Mediobanca farà qualcosa nella stessa direzione. E’ infatti in programma un ridimensionamento della sua presenza in Generali, fino a ridurla al 10 per cento. Di fatto finisce la lunghissima stagione nella quale gli uomini di Mediobanca hanno fatto il bello e il cattivo tempo a Trieste.
In sostanza, ognuno torna libero di giocarsi la propria partita. Unicredit non dovrà più trascinarsi dietro un’inutile partecipazione in Mediobanca e le Generali non dovranno più eseguire gli ordini di piazzetta Cuccia.
In un certo senso, si potrebbe dire che il capitalismo italiano diventa maggiorenne. Sarebbe stato meglio però, se avesse fatto queste stesse scelte quarant’anni fa.
Di interessante c’è che adesso tutto diventerà più trasparente e più contendibile. E con una Generali “liberata” e il ritorno in Borsa della Pirelli piazza Affari diventa un po’ più un mercato serio. Anche se nel frattempo tanto su Generali quanto su Tim (ex Telecom) ha già allungato le mani il bretone Bolloré, rimasto invece invischiato in una storia complicata su un tentativo (fallito) di scalata a Mediaset. E con l’aggravante che dall’8 marzo prossimo Berlusconi tornerà in politica, anche come possibile candidato, e certamente avrà un ruolo importante nella prossima legislatura. Tempi duri per Bolloré in Italia.
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