Intelligenza artificiale, robot e nuove generazioni. Quali saranno i lavori del futuro?

Quello che ci aspetta è un futuro sempre più tecnologico fatto di robot, mondi virtuali e  criptovalute. Un pianeta dove quello che a noi sembra fantascienza, è già in parte realtà, soprattutto per le nuove generazioni. La rivoluzione digitale interesserà sempre di più anche il settore del lavoro. I cambiamenti saranno epocali, nel bene e nel male.


Nasceranno nuove professioni e nuove opportunità, ma molti mestieri scompariranno, lasciando il posto ad altri più al passo con i tempi. Nulla è ancora scritto, ma le previsioni degli esperti sono tutte concordi che il futuro, per chi lo vivrà, sarà rivoluzionario.

Per l’ufficio di statistica del Dipartimento del lavoro Usa, ad esempio, entro il 2030 saranno circa una trentina le nuove professioni di cui oggi ancora non abbiamo notizia. Molti di questi lavori riguarderanno il settore hi-tech. Fra 10 anni, più del 60 per cento degli alunni delle nostre scuole dovrà confrontarsi con un mercato del lavoro che oggi non esiste. Il sistema di istruzione ha delle responsabilità enormi nel formare i futuri cittadini (e lavoratori).

Chiediamoci se la strada che si sta imboccando sia quella giusta per affrontare questi cambiamenti. Fa sorridere, ad esempio, pensare di vietare il cellulare in classe quando, invece, è lo strumento che tutti noi usiamo ogni giorno per leggere notizie, la posta e inviare messaggi, andare sui social, per ascoltare musica, guardare video, controllare il conto corrente, pagare i parcheggi e fare altri acquisti.

Uno strumento che già “comunica” con le nostre auto, le nostre case (‘internet delle cose’) e interagirà sempre di più con la nostra vita grazie all’intelligenza artificiale. E se la scuola ha come missione quella di preparare gli studenti ad affrontare la vita, vietare lo smartphone in classe, è come insegnare ad un ragazzo a nuotare impedendo l’uso della piscina. Bisognerebbe insegnare a usarlo correttamente e non vietarlo. Eppure ci sono ancora tantissimi docenti che guardano alla tecnologia come al male assoluto, mentre il problema che va posto è sul corretto uso di questi strumenti. Ma prima bisognerebbe conoscerne le reali potenzialità.

Se la scuola è il luogo delle conoscenze, infatti, dovrà essere sempre di più anche quello delle competenze, soprattutto tecnologiche, ma non solo. Il mondo del lavoro che verrà avrà bisogno di personale in possesso del giusto mix di entrambe. Ma attenzione a non fossilizzarci solo sulle “digital skills”, perché altrettanto necessarie saranno le “life skills”, quelle “competenze che portano a comportamenti positivi e di adattamento in grado di rendere l’individuo capace di affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita di tutti i giorni”.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha individuato un nucleo centrale di 10 competenze strategiche da affiancare alle competenze tecnologiche e alle conoscenze acquisite nel percorso di studi di ognuno di noi: consapevolezza di sé, gestione delle emozioni, gestione dello stress, comunicazione efficace, relazioni efficaci, empatia, pensiero creativo, pensiero critico, prendere decisioni e risolvere problemi. Sono capacità che vanno coltivate a scuola, in famiglia, sul lavoro e nelle amicizie.

Cerchiamo ora di capire come cambierà il mercato del lavoro.

Ecco alcuni mestieri che si imporranno. Uno dei lavori più richiesti sarà quello del “Manager della sicurezza digitale“, figura che si occuperà di protezione dei dati e di privacy.

Un’altra figura che per gli esperti si diffonderà per il pianeta sarà quella del “Minatore di blockchain“. Si tratta di un tecnico in grado di operare nel campo nelle monete virtuali e di gestire il sistema delle criptovalute. Formarsi già adesso in questo campo è un sicuro investimento per il futuro.

Altro lavoro del futuro sarà “l’Assistente per i cobot”, i “collaborative robot” con un’intelligenza artificiale di ultima generazione in grado di interagire con le nostre vite apprendendo dall’esperienza. Un giorno non troppo lontano saranno così autonomi, anche nel linguaggio, che sarà necessario avere figure esperte di mediazione tra questi automi e gli esseri umani.

L’agricoltura non potrà certo scomparire, ma sarà sempre più hi-tech. Serviranno figure esperte (“Agricoltori hi-tech“) in grado di gestire e organizzare i nuovi raccolti grazie alle tecnologie di ultima generazione.

Sempre più richiesto anche “l’Ingegnere di stampanti 3D” in grado di progettare e stampare qualunque tipo di oggetto, dai più piccoli ai più grandi, compresi gli organi artificiali. E per la mole impressionante di dati?

Oggi si parla del “Data scientist”, ma domani questa figura sarà sempre più complessa. Non solo gestirà e immagazzinerà una infinità di informazioni, ma avrà anche le competenze per progettare, insieme agli ingegneri del tempo, interi mondi virtuali. Sarà un “Creatore di mondi virtuali“. La fantascienza è già realtà.

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