La ricerca “Italiani e Social Media” realizzata da Blogmeter, società pioniera nell’analisi e nell’ascolto di quello che succede nel web e sui social media, ha fatto emergere delle tendenze interessanti.
Giunta alla sua quarta edizione, la ricerca è stata condotta su 1703 internauti dai 12 ai 74 anni, in modalità online, a febbraio 2020, raccogliendo le risposte di un campione rappresentativo dell’intera popolazione italiana in quanto rispecchia le quote di età, genere, posizione geografica, professione. L’unico dato comune a tutti gli intervistati è stato il dover essere iscritti ad almeno un social network.
In prima battuta, il report evidenzia che i social network più diffusi sono Facebook (90%), YouTube (89%) ed Instagram (73%). Quest’ultimo registra una crescita interessante, così come Tik Tok (16%) ed insieme ad una new entry che è da tenere d’occhio.
Parliamo di Twitch: una nuova piattaforma social sviluppata da Amazon dal 2014, già molto diffusa all’estero e che solo quest’anno è arrivata in Italia. Si caratterizza per lo streaming di video prodotti direttamente dagli utenti e sebbene ancora non ci siano dati ufficiali, si stima che già il 12% della popolazione in Italia la utilizzi.
L’aspetto più interessante, secondo gli analisti di Blogmeter, è il target di riferimento di questa piattaforma, rappresentato da millennials, prevalentemente di sesso maschile (81,5%), con grande capacità di spesa ed interessi molto specifici e settoriali. Appare dunque come la piattaforma ideale per le aziende che intendono comunicare con quel target di potenziali clienti e diversi sono i brand che hanno già scelto Twitch per settori quali l’automotive, il food, i videogames e le consolle di gioco.
Tra i social network, Twitter è in discesa. Tra i canali di messaggistica istantanea, Whatspp ha il primato con il 97% della popolazione che lo utilizza, seguito da Facebook Messenger mentre Skype perde piede.
Guadando alle nuove generazioni, dei 12-17enni, i social considerati indispensabili sono Instagram, YouTube e Tik Tok mentre gli ultra 45enni, restano fedeli a Facebook. I minorenni e i cosiddetti Young Adults, della fascia di età 15-24 anni, propendono invece soprattutto per Instagram e YouTube, che sono in crescita presso questo target, insieme al servizio di messaggistica Telegram.
Altro dato interessante è che i social ormai sono diventati pervasivi, entrando nella quotidianità tanto da essere delle app o dei collegamenti sempre aperti sui vari device (smartphone, tablet, laptop).
Anche da questo punto di vista, Facebook resta il più presente nella routine degli italiani, seguito da YouTube e Instagram, che vengono visitati più volte al giorno dagli utenti.
Per il momento, Tik Tok viene utilizzato in maniera più funzionale dagli utenti che fanno un salto sul social ogni tanto.
LinkedIn e Twitter, spesso utilizzati per la comunicazione aziendale, si trovano in una zona intermedia tra quello che Blogmeter ha definito “social di cittadinanza” come Facebook o Instagram e quelli funzionali come Tik Tok. Le aziende che li utilizzano devono quindi gestire la sfida rappresentata dal dover usare due registri diversi, per raggiungere sia gli utenti che ne fanno un uso diffuso nella propria quotidianità, sia quelli che lo visitano per vedere cosa c’è di nuovo di tanto in tanto.
Ma perché gli italiani usano i social?
Il 48% ha un approccio da “spettatore”, di passiva visione di contenuti e immagini.
Il 40% li usa per interloquire, il 12% per postare video o commenti, con fruizione cioè attiva. Per tutti dunque prevale l’uso del social network come luogo di informazione su quello che fanno gli amici, i brand, le celebrities.
Perché ci si iscrive ai social network? Prevalentemente per svago e divertimento (49%), per tenersi informati (28%), per tenersi in contatto con amici e parenti (24%), per condividere esperienze ed emozioni (15%). Cresce il numero di quelli che si iscrivono ai social per lavoro (4%). Per molti, le varie motivazioni coesistono.
Un trend in crescita è però sicuramente quello dell’iscrizione e dell’utilizzo per mantenersi in contatto con gli altri, tendenza accentuatasi durante il lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19, che ha fatto registrare, ad esempio, un’impennata delle videochiamate nella prima metà di marzo rispetto a allo stesso periodo di febbraio.
Il lockdown ha infatti influito sull’uso dei social network e sebbene la ricerca sia stata effettuata a febbraio, sono stati già evidenziati alcuni fenomeni come il boom dei servizi di messaggistica e di teleconferenza, con Zoom e Google Hangouts prima di tutti. I social, nel contesto della quarantena imposta dall’emergenza, hanno individuato in maniera rapidissima un nuovo bisogno che era sorto: quello di parlare e vedere le persone care lontane. Da questo punto di vista, “si sono riappropriati della loro natura di strumenti che abilitano le relazioni tra le persone”, è il commento di Alberto Stracuzzi, Market Research Director di Blogmeter, ovvero di “condividere esperienze, chiedere consigli, dare consigli”.
La ricerca conferma l’influenza che i social network hanno sulle scelte di acquisto dei loro utenti.
Il 38% degli intervistati ha infatti affermato di farsi influenzare dai social rispetto a cosa acquistare e il 29% segue i consigli degli influencer, la cui forma di condizionamento è simile ad un passaparola digitale, il 57% segue il classico passaparola e il 47% la pubblicità in tv.
Questi dati variano con il variare delle fasce d’età, vedendo nei 15-24enni una maggiore propensione a seguire le indicazioni dei social rispetto alle fasce senior e silver. Anche in merito agli acquisti, nella fase pre-lockdown avevano iniziato a sentirsi le conseguenze sulle scelte derivate dalla situazione sanitaria emergente: gli acquisti online di viaggi e vacanze hanno subito una flessione, così come quelli di cosmetici e prodotti per la cura personale, mentre libri, riviste, film, musica e videogiochi hanno vissuto una crescita e abbigliamento e tecnologia hanno retto nelle posizioni predominanti.
Anche in questo caso, bisognerà vedere quali delle nuove abitudini indotte dalla diffusione del Coronavirus persisteranno e misurare se, ad esempio, la spesa online al supermercato, ancora negli ultimi posti della classifica dei settori merceologici impattati dalle scelte ispirate dai social, si affermerà come un nuovo trend per gli italiani anche nei prossimi mesi.