La disinformazione sulle auto elettriche prolunga il business delle auto tradizionali

I tentativi sempre più crudi dell’industria petrolifera ed automobilistica di diffondere disinformazione sui veicoli elettrici sono un tentativo di proteggere un modello di business sempre più riconosciuto ogni giorno come dannoso per il pianeta e per ognuno di noi. La disinformazione comprende anche l’affermazione che i veicoli elettrici siano più inquinanti dei veicoli convenzionali. Ciò è stato ripetutamente smentito, soprattutto perché sempre più nazioni stanno generando la loro elettricità da fonti sostenibili. E anche quando l’elettricità è prodotta a partire da combustibili fossili, l’uso di automobili elettriche significa ancora una volta una notevole riduzione dell’inquinamento atmosferico nelle nostre città.

Oltre un terzo delle emissioni inquinanti

Un’altra falsità è che i trasporti non siano il vero problema e che le vere cause dell’inquinamento siano il riscaldamento e/o le emissioni industriali. La verità è che le automobili ed i camion sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni inquinanti, una buona parte delle quali avviene proprio nei luoghi in cui viviamo e/o lavoriamo. Pertanto, è molto probabile che qualsiasi riduzione abbia un effetto positivo sulla nostra qualità di vita. Molti dicono anche che i veicoli elettrici siano troppo costosi o generino ansia nei conducenti, un’idea confutata dalla crescente domanda di veicoli elettrici, che si sta già avvicinando o addirittura superando quella dei loro omologhi basati sui combustibili fossili. Mercedes ha affermato che il suo prossimo veicolo elettrico avrà un range di autonomia di 500 chilometri, ed alcune Tesla, come la prossima Roadster, dovrebbero averne uno di circa 1.000 chilometri. Anche se questi esempi non sono precisamente automobili che potrebbero permettersi le persone comuni, la tendenza è chiara. Con il progressivo aumento della densità delle batterie, queste cifre possono evolvere solo in un modo: verso l’alto.

Batterie

Le batterie sono anche l’obiettivo di altre campagne di disinformazione. Alcuni dicono che si basino su fonti minerali, quindi si suppone siano scarse e non possano essere riciclate. Invece, le batterie possono essere riciclate ed i loro elementi sono perfettamente riutilizzabili e, contrariamente a quanto molti pensano, non si degradano con l’uso o nel tempo. Rigorosi studi scientifici mostrano una degradazione della batteria di circa l’1% ogni 30.000 chilometri, rendendola molto più efficiente di quelle a combustione interna. Con la produzione di un maggior numero di batterie, la tecnologia sta migliorando ed i prezzi diminuiscono, mentre altre tecnologie, come le batterie allo stato solido, offrono un potenziale ancora maggiore. Altri sono perplessi sull’incapacità di generare elettricità a sufficienza per ricaricare tutte quelle auto elettriche. Questa affermazione è già stata smentita dall’associazione britannica dei fornitori di energia, la quale afferma che i suoi membri saranno più che in grado di soddisfare la domanda dei diversi milioni di veicoli elettrici che si prevede arriveranno nei prossimi anni.

Manutenzione

E poi c’è la questione della manutenzione. I motori a combustione interna hanno più di 10 parti mobili che devono essere lubrificate permanentemente e sostituite periodicamente. Come ogni automobilista sa, la sostituzione dei pezzi di ricambio è estremamente costosa. Un tipico veicolo elettrico ha, invece, circa 18 parti mobili, con degradazione molto bassa e necessità di manutenzione drasticamente inferiore rispetto ai veicoli con motori a combustione interna. Insomma, il mondo si sta muovendo verso l’elettrico e nessuno riuscirà a fermarlo.

Alberto Lattuada
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Lavora in ambito televisivo fin dal 2003, svolgendo tutti i ruoli fino a debuttare nel 2010 come regista. Inoltre, grazie agli studi umanistici completati all'Università Statale di Milano, scrive per diverse testate cartacee ed online, tra le più importanti: La Discussione, Sprint&Sport Lombardia, Motorionline, Calcio&Finanza e Omnimoto. Ama lo sport e soprattutto i motori, motociclista ed appassionato di auto trova sempre il modo di informare ed allietare i lettori con storie affascinanti ed appassionanti. Nel 2015 realizza il suo sogno di creare da zero un nuovo progetto web: Motorlands, un sito in lingua inglese dedicato alle auto e alle moto.

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