L’America ha una nuova first lady, dopo l’indimenticabile Michelle Obama delle lotte per una alimentazione sana, paladina di uno stile che la ha resa icona del moderno ladylike. È Melania Trump, moglie del magnate ed ex modella dal passato discusso, bellezza algida e distante di origini est europee. Stessa iniziale, M, due mondi a parte, che hanno già scatenato il parapiglia mediatico. Si discute di stile, principalmente, ma in fondo anche il modo di vestire è un gesto politico.
E tra lo chic di Michelle Obama e l’eleganza vistosa di Melania Trump ci corre un abisso: lo stesso che separa il politico di professione dall’imprenditore spregiudicato divenuto politico. Michelle Obama è riuscita a crearsi uno stile combattendo con gusto e dignità una fisicità non certo facile. È stata un vero esempio per molte donne, perché mai vittima di stereotipi maschilisti che intrappolano il gentil sesso nella silhouette di una bambola. Ha anche mostrato un grande occhio nello scegliere e mescolare i designer. Il suo stile, da signora perbene, non ha mai urlato ricchezza ed esibizione.
Melania, al contrario, è felina, e ha un corpo statuario che in passato ha abbondantemente esibito davanti all’obiettivo dei fotografi in vari stadi di svestimento, sovente in biancheria intima. È il classico, magnifico trofeo che un uomo di successo, non più giovanissimo, ama esibire al proprio fianco. È appariscente, ha un corpo meraviglioso e di certo le sta bene tutto. Con un fisico del genere, è naturale che prediliga abiti pennellati addosso, cappotti scolpiti, tute seconda pelle. Il suo senso dello stile è plateale e urla a chiare lettere il suo potere di spesa, un po’ come Kim Kardashian. Insomma, dopo Michelle la donna vera, e dopo una serie di first lady alquanto in là con gli anni, l’America si ritrova al fianco del suo presidente una bombardona supersexy.
Cosa deciderà di fare Melania del proprio look è presto per dire. Magari diventerà una icona anche lei. Al momento, non si vede la classe di icone del passato. Ma tanto poco importa: oggi è la messa in scena che conta. Nell’epoca dei selfie e del contouring anche la first lady si adegua, e buca lo schermo.
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