Chiudete pure la finestra di Google Maps o di Wikipedia. “Brand” non è stata teatro di alcuna campagna militare significativa né nella prima guerra mondiale né in altri conflitti.
Vi siete mai chiesti perché si parla della campagna di Russia e allo stesso tempo della campagna pubblicitaria?
E’ vero che di parole con doppi significati spesso profondamente diversi ne esistono molte… magari è vero che non si può usare la psicolinguistica in ogni istante per trovare un collegamento o un’interpretazione a questa concomitanza d’uso tra la pubblicità e il mondo militare ma indubbiamente la cosa può risultare curiosa o comunque far pensare!
Perché i parallelismi non sono poi così pochi e così banali:
– una campagna militare è altamente pianificata in ogni dettaglio e così lo è una campagna pubblicitaria ben strutturata (o almeno… entrambi dovrebbero esserlo per avere successo)
– una campagna militare prevede il dispiego di numerose e diverse risorse, una campagna pubblicitaria coinvolge competenze di varie provenienza
– una campagna militare viene calendarizzata e bum…. Inizia all’ora x del giorno y, una campagna pubblicitaria “esce” al pubblico in un momento altrettanto previsto e programmato
– nella campagna militare ci sono colonnelli e generali, soldati, marconisti, ecc. ecc., la campagna pubblicitaria ha i suoi direttori artistici, i suoi copy, i suoi creativi, ecc. ecc. … Una vera “truppa” di esperti con vari ruoli!
– la campagna militare punta ad un obiettivo strategico da conquistare o distruggere, la campagna pubblicitaria ha un target mirato da coinvolgere o un concorrente da scalzare
e potremmo andare avanti sulla stessa scia con molti paralleli.
E se poi vi nomino il viral marketing, che minaccia di “infettarci” tutti?
O se pensiamo di fare un po’ di guerrilla marketing per la campagna teasing?
Saran solo parole o il riflesso di un nuovo modo di “combattere” e confrontarci armati di mouse e Creative Suite?
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