Ad ascoltare Brian Roberts, pare che a scatenare la battaglia che si combatte in questi giorni tra i grandi tycoon del mercato dei media, dove gli spettatori si contano a decine di milioni e gli imperi sono ultracontinentali, sarebbe stato un tassista.
Roberts, Ceo di Comcast, la più grande compagnia tv via cavo americana che possiede le reti Nbc, Cnbc, Msnbc, oltre alla casa di produzione Universal Pictures, la Dreamworks, una bella fetta di Hulu e altre controllate, ha detto ai giornalisti che nel novembre scorso viaggiava su un taxi a Londra quando l’autista ha iniziato a parlargli di quanto Sky funzionasse bene.
Il tassista era così appassionato e preparato che Roberts è rimasto colpito, ha iniziato a interessarsi a Sky e alla fine ha capito che doveva farlo suo. Il risultato di quella (sospettosamente ben raccontata) corsa in taxi è stato un’offerta di acquisto da parte di Comcast per Sky a 12,50 sterline ad azione, per un totale di 22,1 miliardi di sterline.
C’è un problema che complica molto la questione: Sky era già in trattative per essere venduto a 21st Century Fox, la compagnia mediatica della famiglia Murdoch, la quale era già in trattative per essere venduta a Disney, che con il suo ceo Bob Iger è la più grande compagnia di media ed entertainment del mondo.
E’ complesso, ma spiegato in breve: lo scorso dicembre Disney (dunque Bob Iger) ha comprato tutto il settore entertainment di Fox dalla famiglia Murdoch per 39 miliardi di sterline. Fox possiede già il 39 per cento di Sky, ma Iger, che considera Sky “il gioiello della corona”, vuole tutta la compagnia. Dunque nella proposta d’acquisto ha inserito questa clausola: Fox deve comprare il 100 per cento di Sky e poi passarlo a Disney insieme ai suoi altri asset. Così Fox (prima ancora che fosse annunciato l’accordo con Disney) ha lanciato l’anno scorso una proposta d’acquisto per il 61 per cento rimanente di Sky a 10,75 sterline ad azione.
Sembrava tutto a posto: Fox si prende Sky e poi Disney si prende Fox, Iger ha il suo “gioiello” e i Murdoch navigano nell’oro. Ma sono arrivati Roberts e il suo maledetto tassista a rovinare la festa. Comcast ha fatto per Sky un’offerta notevolmente più alta, e adesso l’onere del rilancio sta a Rupert Murdoch (e a suo figlio James, che è chairman di Sky e che, in base all’accordo, sarà il successore di Iger: nel suo patto con Disney, Rupert Murdoch ha sistemato la prole). Secondo Bloomberg, se l’accordo tra Fox e Sky dovesse saltare, potrebbe essere a rischio perfino il deal generale tra Fox e Disney.
Già così, questa storia sembra una specie di Godzilla contro King Kong del mercato mediatico: mogul di eccezionale successo, forte personalità e pochi scrupoli che muovono i loro imperi e i loro miliardi l’uno contro l’altro per conquistare una preda. A rendere tutto ancora più gustoso c’è il fatto che i tre titani – Roberts, Iger e Murdoch – si conoscono da decenni, da decenni intrattengono relazioni burrascose e la loro competizione è tale che alcuni osservatori hanno ipotizzato che quest’ultima battaglia nasca in realtà dal desiderio di vendetta di Roberts, come ha scritto Brian Stelter su Cnn Media. Nel 2004, infatti, Comcast provò a comprare Disney, e Disney disse di no. Non solo: quando l’anno scorso Murdoch ha deciso di vendere parte di Fox, anche Comcast era della partita. Roberts fece un’offerta molto alta, secondo il Wall Street Journal poco sotto ai 60 miliardi di dollari, ma alla fine Murdoch gli preferì Iger, che aveva offerto molto meno (52,4 miliardi) ma offriva migliori garanzie per eludere le obiezioni noiose dell’antitrust.
Insomma, sospettano alcuni: Sky è certamente il “gioiello della corona”, tanto più dopo che di recente si è assicurato i diritti per trasmettere la Premier League di calcio, e certamente Comcast ha interesse nell’azienda per espandere il suo business internazionale (Comcast è un gigante in America, ma in Europa è poco conosciuto, e soltanto il 9 per cento delle sue entrate è generato fuori dal territorio americano).
Per difendersi dall’OPA di Comcast, Sky ha fatto una mossa a sorpresa: si è alleata con Netflix. Un accordo in base al quale le piattaforme Sky Q permetteranno di accedere anche ai contenuti Netflix. È il primo accordo di questo tipo tra Sky e Netflix. L’offerta riguarderà sia chi è già abbonato a Netflix sia chi non avrà un abbonamento:
– Gli abbonati Netflix in possesso di una piattaforma Sky Q potranno vedere direttamente dallo stesso posto i contenuti di Sky e di Netflix.
– Chi non è abbonato a Netflix potrà fare un abbonamento a Sky che permetterà, tra le altre offerte già proposte da Sky (per esempio lo Sport), di inserire anche Netflix. Netflix sarà quindi equiparato a tutti gli altri pacchetti che si possono già scegliere facendo un abbonamento a Sky: si potrà decidere se aggiungerlo o no.
La nuova offerta riguarda tutta l’Europa e dovrebbe essere disponibile dal 2019; l’offerta partirà nel Regno Unito e in Irlanda, per poi arrivare in Italia. L’accordo tra Sky e Netflix riguarderà anche i servizi di streaming di Sky senza abbonamento: sarà quindi possibile vedere i contenuti di Netflix anche attraverso NOW TV.
In altre parole la guerra per il controllo del mercato dei media è appena iniziata (Fonte: Il Foglio).
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