Le Scuderie del Quirinale, nell’ampio programma di rivisitazione degli artisti che hanno reso unica la storia artistica del nostro paese, presentano dal 25 febbraio la mostra dedicata a Tintoretto.
Il più “terribile cervello” che abbia mai avuto la pittura. Con queste parole fu definito da Giorgio Vasari Jacopo Robusti detto il Tintoretto, il primo artista che riuscì a discostarsi dal mito di Tiziano, nella Venezia di pieno Cinquecento, proponendo un realismo capace di fare scuola a generazioni di pittori italiani.
Una mostra alle Scuderie del Quirinale, curata da Vittorio Sgarbi, cercherà di narrare la sua poetica nuova e sorprendente per quei tempi, in un percorso visivo che tocca tutti i temi trattati dal grande maestro veneziano, dai grandi teleri religiosi, alle opere profane, alla ritrattistica. In mostra cinquanta capolavori, prestiti eccezionali delle maggiori istituzioni culturali del mondo, allestiti secondo una precisa narrazione biografica e accompagnati dalle parole della scrittrice Melania Mazzucco grazie alle quali i visitatori potranno entrare nei meccanismi creativi di uno dei protagonisti della pittura europea.
Si potranno ammirare, tra gli altri dipinti, il “Miracolo dello schiavo” posto in apertura dell’esposizione, “Il ritrovamento del corpo di San Marco” compiuto per la Scuola Grande di San Marco, le magnifiche tele raffiguranti “Santa Maria egiziaca” e “Santa Maria leggente” della Scuola Grande di San Rocco e le due versioni dell’“Ultima cena” provenienti dalle chiese di San Polo e di San Trovaso.
L’appuntamento è per il 25 febbraio presso le Scuderie del Quirinale.
Un appuntamento imperdibile.
Chissà se in qualche modo verrà narrato lo stratagemma non proprio ortodosso adottato da Jacopo Robusti per ottenere l’esclusiva della decorazione della Scuola Grande di San Rocco a Venezia…