Zuckerberg compra un motore di ricerca scientifico. Filantropia o business?

Chi sono i paperoni nel mondo? Molto spesso giovani che, per intuizione, capacità fuori dal comune e perchè no, anche un pizzico di fortuna, si sono trovati al posto giusto, nel momento giusto ma soprattutto con l’idea giusta. Mark Zuckerberg fa sicuramente parte della ristrettissima cerchia di moderni Paperon de’ Paperoni.

Cosa si può fare con così tanti soldi?” Questa una delle domande più gettonate al solo pensiero di un simile patrimonio a cui poter attingere. Lui, per fortuna, sembra avere le idee chiare e voler destinare una parte dei suoi averi al servizio del “mondo”. Archiviati, dunque, i tempi in cui ancora studente universitario inventava il social network più usato al mondo, per lui è sempre l’ora giusta per investire.

Come è ormai evidente, la tecnologia ha completamente trasformato il nostro vivere condizionando gli stili di vita e le nostre abitudini. Non sempre positivamente. Al netto però di alcuni lati negativi, anche i più scettici saranno d’accordo sul fatto che può rivelarsi un abile alleato per il nostro futuro.

Per questo, nei giorni scorsi la Chan Zuckerberg Initiative, fondazione filantropica di Mr Facebook e consorte, la pediatra Priscilla Chan, voluta proprio per promuovere l’uguaglianza tra le popolazioni del mondo offrendo un equo trattamento sanitario, ha annunciato un’acquisizione: si tratta di Meta, una startup con sede a Toronto che ha sviluppato un sistema dedicato alla comunità scientifica. Obiettivo? Combattere le malattie attraverso la ricerca, migliorando, dunque, la qualità della vita delle persone.

“Gli strumenti offerti da Meta possono accelerare fortemente i progressi scientifici e aiutarci a raggiungere il nostro obiettivo: sostenere la scienza e la tecnologia che renderà possibile curare, prevenire e gestire tutte le malattie entro la fine del secolo”, fanno sapere dalla fondazione.

Meta è un sistema complesso, munito di intelligenza artificiale in grado di analizzare in maniera del tutto autonoma complesse pubblicazioni mediche, estrarne i concetti chiave e renderli immediatamente comprensibili agli addetti ai lavori, ricercatori compresi, indipendentemente dalla lingua in cui sono stati scritti. Laddove, in pratica, l’occhio umano non può arrivare, ci pensa l’occhio lungo e instancabile della tecnologia.

E’ ovvio che un sistema munito di un’avanzata intelligenza artificiale potrebbe trovare applicazioni anche nel campo business. Zuckerberg non è uno sprovveduto, nel fare l’investimento avrà valutato con attenzione anche questo aspetto e magari un giorno Meta farà da apripista a nuovi servizi commerciali. Per adesso ufficialmente si tratta solo di un’iniziativa di filantropia.

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Giornalista economico della Federazione Svizzera e Direttore di Outsider News.

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